Esperti divisi

Lockdown in Italia, esperti: chi è pro e contro la chiusura totale

Per Bassetti “misura barbara”, Pregliasco teme la “rivolta sociale”, ma Crisanti, Lopalco e Palù (aifa) sono d’accordo alla chiusura per fermare i contagi

Lockdown in Italia, esperti: chi è pro e contro la chiusura totale

Continua a tenere banco la proposta di Walter Ricciardi, consigliere del ministero della Salute, di un lockdown per fermare i contagi ed evitare una crescita esponenziale soprattutto a causa delle varianti e di quella inglese in particolare.

Il premier Mario Draghi ha fatto sapere di aver condiviso la scelta di tenere chiusi gli impianti di sci, con una decisione che ha scatenato la reazione dei gestori e degli albergatori, ma sul lockdown gli esperti sono divisi.

Ecco cosa ne pensano i principali virologi, epidemiologi e infettivologi.

 

Chi dice sì al lockdown

Il più strenuo sostenitore della misura estrema, il lockdown nazionale, è Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute, Roberto Speranza, che pure nelle scorse ore e dopo le polemiche per le sue affermazioni, si è detto pronto a fare un passo “di lato”: “Dimissioni? Sono considerazioni che lascio alla politica. Bene se posso essere utile con i miei consigli, lo faccio a livello internazionale e anche in Italia, altrimenti mi faccio da parte”. D’accordo con la linea dura anche Andrea Crisanti, professore di microbiologia all’Università di Padova: "Bisognava fare il lockdown a dicembre, prevenendo tutto questo, mentre ora siamo nei guai. Serve un lockdown duro subito per evitare che la mutazione inglese diventi prevalente e per impedire che abbia effetti devastanti come in Inghilterra, Portogallo e Israele”. Stessa posizione per Massimo Galli, direttore di Malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, secondo cui “le nuove varianti portano sicuramente più infezioni e più problemi. E purtroppo la conclusione non può che essere la soluzione paventata dal prof. Ricciardi”, così come per Pierluigi Lopalco, epidemiologo e Assessore alla Sanità della Regione Puglia, convinto che “a un possibile aumento (della diffusione del virus, NdR) deve corrispondere un inasprimento delle misure”.

 

Chi è contro il lockdown totale

Hanno posizioni meno drastiche, però, altri esperti come il virologo dell’Università Statale di Milano, Fabrizio Pregliasco che, pur ritenendo la chiusura totale una misura efficacie dal punto di vista scientifico, teme le ripercussioni: “Credo sia difficile da proporre dal punto di vista dell'opportunità politica e del disagio e della ribellione sociale che si rischierebbe". Per Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive del San Martino di Genova, si tratta di una “misura barbara, senza razionale scientifico. Le soluzioni sono lockdown mirati, provinciali, localizzati, chirurgici e rapidi”. Contrario allo stop nazionale anche il virologo Roberto Burioni: “Che i lockdown servano solo a guadagnare tempo mi pare ovvio; l'importante è usare bene il tempo guadagnato. In primavera eravamo costretti a impiegarlo per costruire reparti di rianimazione, adesso fortunatamente possiamo utilizzarlo per vaccinare a più non posso. Muoviamoci" ha twittato. “Non si tratta di aggravare le misure anti-Covid, ma di applicare con severità le misure che abbiamo. Un lockdown severo non serve, ma occorrono chiusure chirurgiche. Voglio dire un no netto e chiaro all'utilizzo delle varianti come ‘clava politica'” ha commentato Francesco Vaia, dell'Istituto Spallanzani di Roma.

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