
I dati recenti, presi in esame a livello globale, dimostrano che l’insieme dei danni ambientali (dovuti a diverse cause, in primis i cambiamenti della temperatura del pianeta) ammonterebbe a ben 12 miliardi di euro all’anno. Una cifra preoccupante e destinata a crescere (anche fino a 170 mld) qualora i prossimi mesi facessero registrare nuove ondate di caldo repentino. Fenomeno che, nel 2019, ha causato 2.500 perdite umane (dovute per lo più a catastrofi e disastri naturali) nel Vecchio Continente, portando con sé conseguenze devastanti anche in termini economici (costi) e sanitari.
È per rinnovare il proprio impegno nella lotta al cambiamento climatico che la Commissione europea ha adottato oggi una nuova strategia Ue di politiche per l’adattamento alle variazioni imputabili al clima, definendo il percorso per prepararsi ai relativi impatti inevitabili dell’aumento della temperatura globale. Le proposte, pre-annunciate dal Vice-presidente esecutivo con delega al Green Deal, Frans Timmermans, spostano l’attenzione dalla comprensione del problema allo sviluppo di soluzioni per passare dalla pianificazione all’effettiva implementazione.
Nuovo Osservatorio CLIMATE-ADAPT: il tool contro i rischi climatici
CLIMATE-ADAPT è un nuovo Osservatorio sul Clima e la Salute per l’uso più mirato di dati raccolti con lo scopo di creare modelli di rischio climatico applicato alle singole attività prese a riferimento. È il caso della pianificazione urbana e territoriale, settore in cui si punta a trovare sinergie tra il pubblico e il privato per armonizzare i sistemi dei Paesi dell’Ue per quanto riguarda, ad esempio, le misure e gli incentivi pensati per rispondere ai goal climatici dell’Ue. Anche le politiche fiscali rientrano negli strumento a disposizione per migliorare le pratiche finanziare per la gestione del rischio.
Ha fatto anche eco, a livello nazionale, la consultazione pubblica (aperta tra maggio e agosto 2020) con cui Bruxelles ha interrogato una serie di interlocutori e stakeholder per convogliare contributi, dagli Stati membri, utili a plasmare le politiche del Green Deal, inclusi gli interventi dedicati ai target climatici.
Legge Ue sul Clima: state of play
Il 4 marzo 2020, nell’ambito del Green Deal europeo, la Commissione ha adottato una proposta legislativa per una “Legge europea sul Clima” che stabilisce l’ambizioso target di neutralità climatica (“Zero emissioni” di gas a effetto serra) e relativa tabella di marcia da raggiungere entro il 2050. L’obiettivo comune è giuridicamente vincolante per il blocco dei 27 Governi dell’Ue. Si tratta di un futuro Regolamento che implicherebbe l’adozione delle misure necessarie tali da tener conto dell’equità e della solidarietà tra gli Stati membri.
Entro fine settembre 2023, e successivamente ogni 5 anni, la Commissione dovrebbe valutare i progressi compiuti, la coerenza delle misure Ue e l’adeguatezza delle pertinenti misure nazionali. Questo avverrebbe sulla base delle informazioni inviate ai sensi del Regolamento sulla governance dell’Ue e con le relazioni, dell’Agenzia europea per l’Ambiente, complete di statistiche e dati, evidenza scientifica e informazioni supplementari sugli investimenti sostenibili.
Il 17 settembre 2020, la Commissione ha modificato la proposta di introdurre un obiettivo di riduzione del 55% delle emissioni entro il 2030.
All’Europarlamento, la Commissione ENVI ha adottato (settembre 2020) la relativa relazione (rapporteur svedese Guteland, S&D). La posizione, adottata in seguito, chiede un obiettivo di riduzione delle emissioni del 60% a livello di Unione entro il 2030, di zero emissioni nette entro il 2050. Per il 31 dicembre 2021, l’Esecutivo Ue dovrebbe elaborare un bilancio sui traguardi e settare target intermedi. Entro giugno 2022 dovrebbe essere istituito anche un Gruppo Ue di esperti in materia.
Il Consiglio europeo (dicembre 2020) ha approvatogli obiettivi 2030 (taglio del 55%) e sono in corso le trattative del triologo.