
Primavera, croce e delizia per molti, ma soprattutto per le persone che soffrono di allergie, che in questo periodo iniziano a manifestare i primi sintomi: il più classico sono gli occhi arrossati insieme al naso che cola. Ma in questo periodo in cui si vive l’inizio della terza ondata di pandemia Covid, gli stessi segnali di malessere tipici di una reazione allergica o della spossatezza, che si accompagna all’inizio della stagione primaverile, possono essere confusi con quelli di un contagio.
In realtà, secondo gli esperti esistono alcuni campanelli d’allarme chiari. Ecco quali sono.
Allergie: sintomi
Le allergie da pollini, tipiche del periodo primaverile, colpiscono diversi milioni di persone: si calcola interessino tra il 10% e il 20% della popolazione. Alcuni dei sintomi possono sovrapporsi a quelli di una possibile infezione da coronavirus. Ad esempio, tra i segnali tipici di una allergia ci sono il classico raffreddore “acquoso” e una lacrimazione abbondante. In questo caso la diagnosi è facilitata dal fatto che queste manifestazioni non sono tipiche del contagio da Sars Cov-2.
Esistono, però, altri campanelli d’allarme ai quali prestare attenzione.
Sintomi comuni ad allergie e Covid
La diagnosi può rendersi più difficile nel caso in cui si presenti una congiuntivite, che è tipica delle allergie, ma si è visto che può essere anche una forma di manifestazione dell’infezione da coronavirus, quando questo entra in contatto con la congiuntiva degli occhi.
Un altro campanello d’allarme può essere rappresentato dalla tosse, che è sintomo comune sia all’allergia che al Covid.
Come distinguere un contagio Covid
Un fattore discriminante, invece, è rappresentato dalla febbre: nei casi di allergia, infatti, è alquanto insolito che possa presentarsi, perché non rientra tra i sintomi classici della reazione ai pollini. Secondo gli esperti, un altro discrimine riguarda la perdita di olfatto e gusto, che invece sono tipici della malattia Covid, ma generalmente non si presentano in caso di allergie stagionali.
Allergie e asma: che rapporto col Covid
Un’altra buona notizia che arriva dagli esperti riguarda i soggetti che soffrono di asma: allergia e asma non sono fattori predisponenti all’infezione da nuovo coronavirus. Va comunque ricordato che i soggetti con patologie asmatiche, se non sotto controllo e in caso di contagio, potrebbero andare incontro a complicanze dovute a sovrainfezione, sia da parte del Sars-Covd2, sia di altri virus o batteri.
Rimedi e cure
Da questo punto di vista l’uso della mascherina chirurgica può diminuire l’inalazione di pollini grazie alla sua azione di “filtro” e quindi diminuire i sintomi delle classiche allergie, grazie al fatto che i pollini hanno dimensioni maggiori rispetto ai virus, dunque sono trattenuti dalla mascherina e non vengono inalati. Quanto alle cure, i soggetti allergici possono continuare ad assumere antistaminici e cortisonici nasali nelle forme rinitiche, dietro prescrizione medica dell’esperto allergologo.