Immunità “Social” di viaggio

Cina, coronavirus: introdotto su WeChat pass digitale per i vaccinati

Il passaporto covid incoraggia viaggi transfrontalieri e allenta restrizioni per chi arriva già immunizzato. Intanto, anche il Messico scommette su Sinovac.

Cina, coronavirus: introdotto su WeChat pass digitale per i vaccinati

La Cina ha lanciato un certificato digitale di vaccinazione contro il coronavirus per i cittadini cinesi che pianificano viaggi transfrontalieri, unendosi ad altri Paesi che rilasciano documenti simili, come ad esempio  il Bahrein.

 

Si dice, in Cina, che questo nuovo sistema di identificazione applicato da Pechino sia il primo vero e proprio passaporto covid-19 al mondo.

 

L’Unione europea è al lavoro per introdurre i “green digital pass” per i vaccini a seguito della pressione esercitata da alcuni Governi del fronte del Sud (guidati dalla Grecia). Anche gli Stati Uniti e la Gran Bretagna sono tra i Paesi che valutano il rilascio di “permessi” vaccinali.

 

Un passaporto digitale e “Social”

Il certificato emesso dal sistema sanitario cinese conterrà dati sanitari personali, informazioni sulla vaccinazione (indicazione di dosi e produttore del farmaco iniettato) e sui risultati dei test effettuati per monitorare i contagi. È quanto specificato nel sito Web del Dipartimento degli Affari consolari del Ministero degli Esteri di Pechino.

In formato sia cartaceo che digitale, la “cartella” sarà disponibile e attivata, con effetto immediato dal rilascio, tramite la piattaforma del Social Media cinese WeChat.

 

Non è ancora chiaro, tuttavia, con quali Governi stia dialogando la Cina per ottenere il riconoscimento del certificato. Il titolare dello stesso dicastero, Wang Yi, ha dichiarato che l’obiettivo di tale prototipo di passaporto è quello di ottenere la verifica reciproca di informazioni come il test degli acidi nucleici e la vaccinazione, “contribuendo ad un’interazione sociale sicura e ordinata”.

 

Allentamento restrizioni

Pechino ha annunciato che, a breve, entrerà in vigore un allentamento delle restrizioni di quarantena per le persone che arrivano in Cina già vaccinate contro il coronavirus. Gli attuali requisiti di ingresso nel Paese prevedono l’obbligo di quarantena sulla base del criterio scientifico che anche chi ha già ricevuto le dosi per l’immunizzazione può comunque essere ancora  un potenziale contagio o portatore del virus. È quanto spiegato lo scorso febbraio da un Portavoce della Commissione sanitaria nazionale cinese.

 

Target di vaccinazione: 40% della popolazione entro giugno

Gli esperti sanitari a Pechino fanno sapere che la Cina è in ritardo nell’introduzione della vaccinazione contro il coronavirus, soprattutto per il fatto che la diffusione della pandemia è rimasta sotto controllo. Ma si prevede di inoculare il 40% della popolazione entro giugno. Il “rallentamento” nelle somministrazioni si legge nei dati: finora 3,56 dosi per 100 persone su una popolazione di 1,4 miliardi. Non è molto, quindi, se si considera che il più veloce a vaccinare è stato Israele (94 dosi ogni 100 persone) e gli Stati Uniti hanno vaccinato circa il 22% della sua popolazione.

Gli sviluppatori dei quattro vaccini attualmente approvati dalla Cina hanno affermato che potrebbero produrre fino a 2,6 miliardi di dosi entro la fine del 2021.

 

Il successo di Sinopharm: ora Sinovac anche in Messico

Il gruppo farmaceutico cinese a gestione statale sta cercando di ingaggiare i Governi per portare il vaccino Made in China, il Sinovac, in più Paesi possibile puntando sul fatto che ha un tasso di efficacia del 79% negli studi di Fase 3.

Finora, tra i “clienti” che hanno autorizzato il vaccino cinese figurano gli Emirati Arabi Uniti, il Bahrein, il Pakistan, l’Egitto, la Serbia e l’Ungheria (tra i first mover europei). E da ultimo, è di ieri l’annuncio con cui il Messico parla della sua grande scommessa sui vaccini cinesi. Secondo i media statali cinesi, questi Governi (escluso il Messico) avrebbero ordinato almeno 140 milioni di dosi (a gennaio): cifre inferiori al totale delle partite di AstraZeneca. Tuttavia, se Sinopharm aumentasse sostanzialmente il suo portafoglio ordini, confermerebbe l’ambizione di Pechino di sviluppare società sostenute dallo Stato con una tecnologia competitiva a livello globale.

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