Prima giornata nazionale vittime del Covid

Il premier Draghi a Bergamo: “Ricostruire senza dimenticare”

“Lo Stato c’è e ci sarà”, afferma il presidente del Consiglio. E sulla campagna vaccinale: “Proseguirà con gli stessi obiettivi e la stessa intensità”

Il premier Draghi a Bergamo: “Ricostruire senza dimenticare”

La mano sul tricolore, sguardo abbassato, qualche minuto di silenzio e raccoglimento: Mario Draghi depone una corona di fiori davanti alla stele alle vittime del Covid nel cimitero monumentale di Bergamo. Dove oggi ha voluto commemorare gli oltre 100 mila morti della pandemia in Italia. Centomila vite strappate dal virus ad altrettante famiglie e che, negli anni a venire, ricorderemo ogni 18 marzo, Giornata nazionale che il Parlamento ha voluto dedicare loro. Un anno fa una colonna di camion militari portava via dal cimitero bergamasco migliaia di bare nei crematori di altre città. Un ricordo rimasto impresso nella memoria del Paese. Nello stesso luogo il 28 giugno il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha posto una corona di fiori.

 

Dopo il cimitero monumentale il premier arriva al Parco della Trucca per inaugurare il bosco della memoria, dove simbolicamente viene piantato un tiglio donato da Buccari, comune del siracusano. Un albero immagine dell’unione tra il Sud e il Nord Italia. La cerimonia si apre sulle note di Paolo Fresu, momento di grande commozione. Il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, prende la parola: il comune “ha deciso di ricordare le vittime con un’opera viva: le piante oggi sono 100 ma diventeranno 850 in un bosco che si trova a pochi passi dall’ospedale Papa Giovanni XXIII. L’anno scorso trincea contro il virus e che accoglie ancora tanti malati di covid”. Il primo cittadino sottolinea che “è impossibile onorare chi non c’è più senza dire grazie a chi ha lottato per la salvargli la vita”. Bergamo è stata “simbolo della pandemia lo scorso anno” ma “oggi vogliamo essere un simbolo di rinascita”. E rivolgendosi al premier dice: la sua presenza “ci fa sentire che lo Stato c'è”. 


Le prime parole del presidente Draghi nel bosco della Trucca sono di vicinanza e conforto: “oggi è la giornata della tristezza ma anche della speranza. Vorrei che mi sentiste vicino, sia nella tristezza che nella speranza. Lo Stato c’è e ci sarà”. Parla ai cittadini bergamaschi e al Paese intero: “Non possiamo abbracciarci ma questo è il giorno in cui dobbiamo sentirci tutti più uniti”. Bergamo “è simbolo del dolore di un'intera nazione, ma è anche luogo di un impegno solenne che oggi prendiamo”. Poi la promessa ai “nostri anziani”. “Non accadrà più che le persone fragili non vengano adeguatamente assistite e protette. Solo così rispetteremo la dignità di coloro che ci hanno lasciato”, dice.

 

Un discorso empatico, essenziale. Per un’Italia che non vede “l’ora di rialzare la testa, ripartire, liberare energie”. Ma “ricordare ci aiuta a fare buone scelte per la tutela della salute pubblica e per la salvaguardia del lavoro dei cittadini”. Sottolinea i “magnifici esempi di ‘operatori del bene’” espressi da Bergamo: quelli “dell'ospedale Papa Giovanni XXIII” e il “miracolo dell'ospedale da campo della Fiera di Bergamo. Allestito in pochi giorni dagli Alpini, dalla Protezione Civile e dagli artigiani volontari”. Un pensiero anche per i “volontari, ragazze e ragazzi, che hanno aiutato le persone in difficoltà e che il sindaco ha chiamato ‘nuovi mille’ di Bergamo”.

 

Poi arriva ai nodi di questi giorni. “L'incremento nelle forniture di alcuni vaccini aiuterà a compensare i ritardi da parte di altre case farmaceutiche”, assicura. “Abbiamo già preso decisioni incisive nei confronti delle aziende che non mantengono i patti". La priorità è “fare il maggior numero di vaccinazioni nel più breve tempo possibile”. E quanto alla sospensione di AstraZeneca “attuata lunedì con molti altri Paesi europei” spiega che “è stata una decisione temporanea e precauzionale”. Oggi “l’Agenzia Europea dei Medicinali darà il suo parere definitivo sulla vicenda. Qualunque sia la sua decisione, la campagna vaccinale proseguirà con la stessa intensità, con gli stessi obiettivi”. Il messaggio finale è un impegno a ripartire. “Il rispetto che dobbiamo a chi ci ha lasciati deve darci la forza per ricostruire il mondo che essi sognavano per i propri figli e nipoti. Io sono qui oggi per dirvi grazie e per impegnarmi insieme a tutti voi a ricostruire senza dimenticare”.

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