Il summit del 25 e 26 marzo

Draghi al Senato: “Obiettivo mezzo milione di vaccinazioni al giorno”

Massima attenzione sulla campagna vaccinale ma sguardo puntato anche sulla politica estera. Biden al Consiglio europeo. E poi quei dossier Russia e Turchia…

Draghi al Senato: “Obiettivo mezzo milione di vaccinazioni al giorno”

Non sono pochi i dossier che domani e dopodomani il Consiglio europeo si ritroverà sul tavolo, a cominciare da quello sulla campagna vaccinale. Le difficoltà dell’Ue nell’approvvigionamento delle dosi, e il fardello di una macchina burocratica che ha fatto saltare ogni previsione, pesano sulla due giorni dei capi di Stato e di governo. Mario Draghi stamane ha fatto le sue comunicazioni in Senato in vista dell’appuntamento europeo, cominciando proprio dalle vaccinazioni: l’obiettivo in Italia è arrivare “a 500 mila dosi giorno”. Ma lo sguardo del premier è anche sulla politica estera e sulla presidenza italiana del G20. Il governo è “atlantista ed europeista”, dice ribadendo quanto affermato nel discorso per la fiducia, ormai più di un mese fa. E indica la sua ricetta per i rapporti con partners complicati come Russia e Turchia.


La campagna vaccinale

“A un anno di distanza dobbiamo fare tutto il possibile per la soluzione della crisi” sanitaria “e sappiamo come farlo: abbiamo 4 vaccini sicuri e efficaci, ad aprile arriva anche Johnson & Johnson”. Quello che il premier vuole trasmettere è “un messaggio di fiducia”. Assicura che il governo è “già all’opera per compensare il ritardo di questi mesi. L’accelerazione è visibile nei dati. Nelle prime tre settimane di marzo la media delle somministrazioni è stata pari a 170mila dosi al giorno, più del doppio della media dei due mesi precedenti”. Fondamentale l’obiettivo: “portare il ritmo a mezzo milione al giorno”. Per il capo di Palazzo Chigi “la logistica è efficiente”. Ma se è importante “procedere spediti con la somministrazione, cruciale è vaccinare prima gli anziani e i fragili”. I dati dicono che “l’'86% degli ospiti delle Rsa ha ricevuto la prima dose”.

Innegabile, tuttavia, che l’assenza di un sistema produttivo autonomo in Europa e nazionale abbia creato enormi ostacoli alla campagna per bloccare il virus. “Dobbiamo costruire una filiera che non sia vulnerabile rispetto agli choc e alle decisioni che vengono dall'esterno. E abbiamo già iniziato a stabilire accordi di partnership con case internazionali per la produzione in Italia”. La parola d’ordine è “autonomia” e, se necessario, anche di Roma dall’Ue. In ogni modo l’Unione dei 27 deve “rafforzare la sua credibilità”, in sede europea bisogna “chiedere alle case farmaceutiche il pieno rispetto degli impegni”.

 

La scuola. E quelle differenze tra Regioni…

“Se la situazione lo permette aprire le scuole dopo Pasqua”. I banchi vuoti sono la più grande sconfitta in questa pandemia, riportare gli alunni in classe è l’inizio della ripresa. Si comincerà dalle “primarie e dalla scuola dell'infanzia anche nelle zone rosse allo scadere delle attuali restrizioni”, assicura il presidente del Consiglio. Ma l’Italia fa i conti con una gestione frammentata dell’emergenza sanitaria. Un handicap che penalizza soluzioni e rapidità di intervento. Le differenze tra le Regioni nella somministrazioni di vaccini “sono difficili da accettare”, dice ai senatori Draghi. “Le Regioni seguano le priorità del piano nazionale”, dalla pandemia “si esce uniti”. Poi menziona il progetto del green pass europeo da realizzare “senza discriminazioni e nel rispetto dei dati sensibili dei cittadini”, per dare “entro tre mesi” un certificato a chi è stato vaccinato o è immune.

 

Governo ‘atlantista ed europeista”. Ma su Istanbul e Mosca l’Italia vuole “dinamica costruttiva”

Draghi nel suo discorso esprime “forte soddisfazione per la partecipazione del presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, a un segmento del Consiglio europeo, che conferma la volontà di imprimere un forte slancio alle relazioni con l’Ue”. Nel solco di un forte legame, anche personale, con la Casa Bianca, sottolinea che il suo governo- come indicato “nel primo discorso in Senato” - considera “l’ancoraggio alle relazioni transatlantiche e all’europeismo” tra i “pilastri della politica estera”.

Da perseguire “sia sul piano bilaterale, sia negli ambiti multilaterali, come la presidenza italiana del G20”. E a proposito del Forum internazionale delle principali economie del mondo annuncia: l’Italia “ha posto al centro della sua agenda la salute globale e il rafforzamento della cooperazione internazionale in materia sanitaria”. Un ruolo di “primo piano” lo avrà “il Vertice Mondiale sulla Salute”, che “ospiteremo a Roma il 21 maggio, insieme alla Commissione Europea”.

 

Poi parla della Turchia. Considera “un grave passo indietro l’abbandono turco della Convenzione di Istanbul” in difesa dei diritti delle donne. Ma sui dossier Russia e Turchia lancia un messaggio a Bruxelles: “Occorre che l’Ue lavori a proposte concrete per una ‘agenda positiva’ che favorisca una dinamica costruttiva, anche in chiave di stabilità regionale. E’ facile coltivare le contrapposizioni in questi campi, è molto meglio cercare di costruire i rapporti futuri”. Dunque, auspica “un atteggiamento positivo” come “primo passo” per “uno spazio di collaborazione su migrazioni, lotta al terrorismo, unione doganale”. Più probabile è che Draghi cerchi di recuperare per l’Italia un ruolo perduto da tempo nel Mediterraneo e nello scacchiere mediorientale. Di errori ne sono stati fatti parecchi negli ultimi dieci anni. Ma non è detto che riaprire un canale privilegiato di comunicazione con i dittatori Putin e Erdogan lo renda possibile.

COPYRIGHT THEITALIANTIMES.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA