“Uniti per la democrazia”

Joe Biden e i leader Ue: di cosa hanno parlato al Consiglio europeo

Il sorriso del Presidente USA, collegatosi con Bruxelles, è stato un segnale per nuove alleanze su vaccini e sicurezza globale. Michel: “America is back”.

Joe Biden e i leader Ue: di cosa hanno parlato al Consiglio europeo

È da 11 anni che un Presidente degli Stati Uniti non partecipava ad un Summit dei capi di Stato e Governo dell’Ue. A partire dalle 20h45 di ieri, il sorriso di Joe Bidencollegatosi brevemente in videoconferenza – ha posto le basi per una cooperazione tangibile nell’ambito della distribuzione globale dei vaccini necessari a combattere la pandemia. “Restando fianco a fianco”, ha detto Charles Michel, al termine del Vertice, “le democrazie” possono fare di più.

 

Michel a Biden: “abbiamo parlato molto di Lei”, “America is back”

Nel suo discorso introduttivo all’intervento del capo della Casa Bianca, Charles Michel ha dato enfasi alla salvaguardia della sicurezza globale, della democrazia e della stabilità politica derivanti dall’alleanza tra Ue e Washington. Con un recap di numeri e fatti sulla risposta di Bruxelles all'emergenza economico-sanitaria, ha illustrato la strategia di immunizzazione, per poi ribadire l’importanza di compiere le giuste scelte a livello di politica estera, in particolare, riguardo alla Russia, alla Cina e alla Turchia.

 

Dalla Sua elezione, abbiamo parlato molto di Lei. Ora siamo entusiasti di parlarLe direttamente. L'America è tornata. E siamo felici che ci sia Lei”. Queste le parole di benvenuto a Joe Biden pronunciate da Charles Michel, Presidente del Consiglio europeo. C’è dunque dichiarata volontà a rilanciare le relazioni tra le due sponde dell’Atlantico. Da parte sua, Biden spera di forgiare un fronte comune a contenimento della crescente minaccia delle potenze autoritarie guidate dalla Cina. C’è quindi apertura ad “arruolare” le forze Ue per un impegno comune che i leader hanno accolto con favore, nonostante alcuni sostengano che il blocco debba diventare più indipendente. Soprattutto, dopo che le politiche isolazioniste di Donald Trump hanno scosso gli alleati. 

 

Il face-to-face virtuale con Biden non ha dato esiti eclatanti, né titoli sensazionali nei media. Non ci sono state risoluzioni o dichiarazioni di Biden, come sperava qualcuno. Ma la sua presenza ha aperto a prospettive future rassicuranti per un’Unione colpita dalla terza ondata di coronavirus e frustrata dai continui tagli e ritardi di AstraZeneca.

 

 

Obiettivo vaccini

Abbiamo già visto ieri come - sul fronte dei vaccini - i 27 hanno discusso le criticità riguardanti la produzione, i tempi di consegna, la ridistribuzione e il meccanismo di autorizzazione alle esportazioni fuori dall’Ue. Si è trovato l’accordo per la riallocazione delle dosi in base alla popolazione degli Stati membri, come proposto dalla Commissione. Michel ha accennato anche alla task force che fa capo al Commissario Thierry Breton, in contatto con l’Amministrazione USAper garantire gli approvvigionamenti necessari per produrre più dosi”. Su come procedere nei rapporti con il Regno Unito (spina nel fianco dell’Ue), invece, al Vertice non si è ancora trovata la quadra sul da farsi. Quello che fa eco nelle rassegne sono, piuttosto, le parole perentorie Matt Hancock, Ministro della Sanità del Governo britannico. Ha affermato che il contratto firmato in anticipo da Londra con AstraZeneca ha maggior peso legale di quello sottoscritto più tardi da Bruxelles.

 

Negli interessi di Washington, un’Europa più forte

Antonio Costa, Premier del Portogallo (che detiene la Presidenza di turno all’Ue), ha detto che “il multilateralismo (con gli USA) è tornato” e, in merito alle politiche sui cambiamenti climatici, ha osservato che “gli Stati Uniti sono disposti a cercare alleanze e risolvere sfide comuni attraverso strumenti e soluzioni comuni”. Un’Europa “forte” è negli interessi statunitensi. È quanto emerge in una nota della Casa Bianca, dove si legge che il Presidente Biden “ha espresso il desiderio di lavorare insieme su interessi condivisi di politica estera, comprese Cina e Russia. Inoltre, ha notato la necessità di un impegno continuo tra gli USA e l’Ue su Turchia, Caucaso meridionale, Europa orientale e Balcani occidentali”.

 

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