L’incontro di Budapest

Salvini con Orban e Morawiecky: “Saremo il primo gruppo in Europa”

Le ambizioni dei sovranisti che puntano ad accreditarsi a Strasburgo, a scapito dei conservatori di Giorgia Meloni. L’operazione della Lega con Fidesz e PiS

Salvini con Orban e Morawiecky: “Saremo il primo gruppo in Europa”

L’obiettivo è creare un asse della destra radicale riconosciuto come interlocutore politico dei moderati e popolari europei. Ma l’operazione di Matteo SalviniViktor Orban e Mateusz Morawiecky, che si è aperta ufficialmente, rischia di arrivare all’approdo opposto. Quello di rimanere isolati come destra oltranzista, lasciando ai Conservatorieuropei il campo per un dialogo con il Ppe. Il segretario della Lega è volato a Budapest per un incontro a tre con i primi ministri ungherese e polacco. Al centro del colloquio, durato un’ora e mezza, l’esigenza di un “rinascimento europeo” per superare l'emergenza sanitaria e la crisi economica. E per l’avvio di una cooperazione tra LegaFidesz e Pis.

 

Fidesz, o Unione Civica Ungherese, è il partito nazionalista e populista di Viktor Orban che detiene la maggioranza assoluta all’Assemblea nazionale del Paese magiaro. E che da poco ha lasciato i banchi del Partito Popolare di Strasburgo. Diritto e giustizia, o Pis, è invece la forza politica ultra-cattolica e di destra della Polonia che, al Parlamento europeo, siede ancora nel gruppo dei Conservatori e riformisti, lo stesso guidato dalla leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni. Accompagnato dal deputato e responsabile Esteri della Lega, Lorenzo Fontana e dall’europarlamentare e presidente Identità e DemocraziaMarco Zanni, Salvini cerca così la strada di un’alleanza per un nuovo gruppo europeo. Da cui sembra esclusa Marine Le Pen e il suo Front National.

 

Con cui il Carroccio ha collaudato un sodalizio politico proprio con ID, che riunisce i partiti più nazionalisti e anti-europeisti rappresentati in Europa. Tuttavia, pare non esserci la volontà di tagliare fuori nessuno. Anzi. La “nuova idea d’Europa” che avrebbero condiviso i tre, è aperta “a leader di altri partiti e di altri governi, oltre a esponenti della società civile a partire da imprenditori e intellettuali”. Un’Europa “fondata su temi concreti: radici comuni, salute, lavoro, sicurezza. E alternativa all’Ue burocratica e lontana dai cittadini”, ha detto Salvini.

 

Quella di Budapest è solo “la prima tappa di un lungo viaggio”, secondo Orban. “Abbiamo parlato dei nostri valori e del nostro impegno atlantista. Rappresentiamo i valori della famiglia tradizionale e ci schieriamo contro il comunismo, contro l’antisemitismo, contro l’immigrazione illegale. Ci rivedremo nel mese di maggio”, ha riferito lanciando messaggi al di là dell’Atlantico. “La destra non ha estremisti e lo dimostreremo.

Raccoglieremo le forze a favore della libertà”. Ma il primo ministro ungherese sa  bene che di estremismi ce ne sono, eccome. E spogliarsi di posizioni reazionarie che sfociano nel clericalismo più integralista, e nel sovranismo contrapposto ad istanze sovranazionali, è la vera sfida. Di cui nel nuovo progetto non c’è traccia. Così Salvini è “il nostro eroe” per le sue politiche sull’immigrazione che “ha saputo arrestare. Siamo grati per quello che ha fatto”. 

 

Anche Mateusz Morawiecki ha posto l’accento su “cooperazione euro-atlanticaNato, integrazione nell'Ue: priorità” che, però, “dovrebbero rispettare la sovranità e le libertà' nazionali, i valori tradizionali e il cristianesimo”. Nel Parlamento europeo, ha ribadito Salvini nel corso della conferenza stampa congiunta, “c’è il predominio della sinistra, che mette in discussione la famiglia. Ci proponiamo come nucleo storico e alternativo a una sinistra che mette in discussione le radici dell'Ue. Non ci poniamo limiti e confini. E non ci accontentiamo di essere quarti, secondi, noi puntiamo ad essere i primi come rappresentanza in Europa”.

 

Ma che idea del Vecchio Continente hanno i sovranisti? Sogniamo “un’Europa che fa poche cose in comune ma bene e non usa l’arma del ricatto”, ha spiegato il capo di via Bellerio. “Ci sono grandi sfide, c’è un islamismo alle porte che deve trovare nei valori Ue un argine. Lasciamo ad altri le critiche, noi rimettiamo al centro il diritto alla vita ed il diritto al lavoro. Ruberei alla dichiarazione americana il diritto alla felicità, è un segnale di speranza. Siamo qui per costruire qualcosa di duraturo”. Ma “l’epidemia ha mostrato tutta l'inefficienza delle élite europee. Abbiano ragionato di come vaccinare, curare e salvare le vite perché dopo il dramma può esserci una risurrezione”. Dunque, rinvigorito dalla vicinanza di Orban e Morawiecky, il segretario rilancia dalla capitale ungherese i suoi cavalli di battaglia. Lontano da Roma soffia di nuovo la brezza del populismo. Non è più imbrigliato da lacci e lacciuoli di governo. Per qualche ora è libero di essere Salvini.

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