Pasqua amara

Pasqua in zona rossa: l’alto costo economico e sociale del lockdown

Quella del 2021 sarà una Pasqua in zona rossa. Pesante il danno economico per ristoratori, albergatori e commercianti: 8 miliardi in fumo solo per il pranzo

Pasqua in zona rossa: l’alto costo economico e sociale del lockdown

Sta per scattare la serrata di Pasqua e Pasquetta decisa dal governo Draghi per evitare il diffondersi del contagio Covid, sullo stile delle chiusure di Natale dell’esecutivo Conte.

 

Non sarà possibile consumare cibi e bevande all’interno di bar e ristoranti mentre dalle 5 alle 22 sarà consentita solo la vendita con asporto. Queste chiusure costeranno miliardi di euro a commercianti, albergatori, ristoratori e produttori, con il solo pranzo di Pasqua che brucerà 8 miliardi di euro.   

 

Il lockdown di Pasqua avrà un costo elevato per turismo e ristorazione

Domani scatterà il lockdown delle festività pasquali deciso dal governo Draghi, alle prese con il contenimento della terza ondata di contagi Covid. L’esecutivo guidato dall’ex governatore della Bce ha deciso di applicare al 3, 4 e 5 aprile 2021, le restrizioni previste per la zona rossa su tutto il territorio nazionale.

 

Salta così il pranzo di Pasqua e la gita fuoriporta di Pasquetta ma anche gli spostamenti per turismo nelle città d’arte o al mare. Ingenti le perdite da lockdown per il settore del turismo, della ristorazione e per i commercianti, con il costo del solo pranzo di Pasqua stimato in 8 miliardi di euro. Andranno in fumo anche 1,4 miliardi per il comparto alberghiero che in questo periodo vanta solitamente 11,3 milioni di presenze, secondo Assoturismo.

 

Lockdown di Pasqua: in fumo 15 miliardi di euro per il settore commercio

In preda alla disperazione anche i commercianti, con Confcommercio che stima una perdita di fatturato nel solo periodo pasquale di 15 miliardi di euro, dopo i -130 miliardi del 2020, dichiarando che le chiusure comportano “insostenibili costi economici e sociali” e che sono a rischio “centinaia di migliaia di imprese con ripercussioni gravissime per i posti di lavoro”.  

 

L’Associazione che rappresenta il mondo del commercio lamenta poi “l’assoluta insufficienza di ristori e sostegni: di quelli erogati e di quelli ancora attesi. Serve una svolta: prima che sia troppo tardi. Serve una svolta per dare certezze e futuro alle imprese. Una svolta fondata sulla riapertura graduale e al più presto delle attività, in piena sicurezza con i protocolli già esistenti. È la svolta che chiediamo al Governo Draghi. È attesa da tempo, ma ancora non si vede”, ha dichiarato Confcommercio in riferimento al nuovo decreto Covid approvato dal Consiglio dei Ministri per il periodo dopo Pasqua, con misure più rigide per tutto il mese di aprile.

 

Fipe-Confcommercio, la Federazione italiana dei pubblici esercizi ricorda invece al premier Draghi che “alle 22mila imprese già scomparse, con 243mila posti di lavoro persi sono destinati a sommarsi i danni prodotti dalla festività pasquale blindata”. 

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