A causa della pandemia le imprese italiane si trovano nel girone dantesco dei dannati, con le chiusure, le restrizioni ed i lockdown che continuano a perseguitare le attività commerciali e produttive del nostro Paese.
C’è poi il tomento eterno delle tasse ad appesantire la già drammatica situazione, con la Tari ossia la tassa sui rifiuti che paradossalmente ha registrato un incremento nel 2020 a fronte di una ridotta produzione di rifiuti.
Le imprese si ritrovano così ad essere dannate e beffate, per questo Confcommercio chiede sin da subito l’esenzione della Tari per il 2021.
Tari in aumento nel 2020 nonostante calo dei rifiuti prodotti
Notizia sconcertante quella diffusa da Confcommercio sulla Tari, la tassa destinata a finanziare i costi del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti a carico dell’utilizzatore.
Nel 2020, quando ci sono stati interi mesi di lockdown causa Covid, si è registrata una importante riduzione della quantità di rifiuti prodotta, oltre 5 milioni di tonnellate in meno rispetto al 2019, ma la stessa cosa non può dirsi della Tari che ha registrato un livello record.
Il Rapporto Rifiuti 2020 Confcommercio ha raccolto dati che evidenziano come la Tari, l’imposta sui rifiuti, nel corso degli anni ha penalizzato le imprese del terziario per costi crescenti e difficoltà procedurali, e il suo costo complessivo è aumentato, negli ultimi dieci anni, dell'80%, con il paradosso del 2020 che non può di certo passare inosservato.
A fronte di un calo di 5 milioni di tonnellate di rifiuti prodotti a causa del lockdown e delle limitazioni alle attività commerciali e turistiche non è corrisposta una diminuzione delle tariffe bensì un livello record di 9,73 miliardi di euro, con un quarto dei Comuni (24,3%) che ha deciso di aumentare le tariffe rispetto al 2019, con un incremento medio del 3,8%, in barba alle indicazioni dell’Arera - Autorità di regolazione per energia reti e ambiente – di ridurle del 25%.
Confcommercio chiede esenzione della Tari per il 2021
Sconcertata Confcommercio, che ritiene necessario avviare sin da subito un confronto tra Governo, operatori ed associazioni imprenditoriali al fine di esentare dalla tassa tutte quelle imprese che anche nel 2021 saranno costrette a chiudere o a ridurre la propria attività ma anche quelle che pur rimanendo in esercizio registreranno un calo del fatturato.
Si tratta di una misura “indispensabile” ha tuonato l’Associazione ricordando che le imprese del terziario sono di fronte ad una situazione estrema, con sostegni del tutto insufficienti e prospettive di riaprire che appaiono come un miraggio. Dopo una Pasqua blindata il nuovo decreto Covid ha deciso di applicare misure ancora più restrittive di quelle di inizio anno per tutto il mese di aprile, senza zone gialle ma solo rosse ed arancioni.
“Servono, invece, subito riaperture progressive e in sicurezza. Serve soprattutto, prima che sia troppo tardi, la svolta tanto attesa del governo Draghi che ancora non si vede", ha dichiarato il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli.