
Dopo la pausa di Pasqua in zona rossa nazionale, oggi l’Italia è tornata ad avere due colorazioni con 11 Regioni in arancione e 9 con la fascia di rischio più elevata. Ad essere “promosse” sono Veneto, Marche e provincia autonoma di Trento, dove alcune attività commerciali come parrucchieri, barbieri e centri estetici ripartono. Ma proprio dai Governatori arriva la richiesta al Governo di allentamenti delle restrizioni a partire dal 20 aprile, in particolare per bar, ristoranti e cinema. Il premier, Mario Draghi, risponde che eventuali modifiche ai divieti saranno valutate in base all’andamento dei contagi.
Intanto rimangono in rosso Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Piemonte, Puglia, Toscana, Valle d'Aosta e Lombardia, che però spera nel passaggio in arancione dal 12 aprile, dopo la riunione della cabina di regia di venerdì 9.
A rallentare, invece, sono le vaccinazioni, complici le vacanze pasquali.
Vaccini, frenata pasquale
Se il piano vaccinale, con l’obiettivo delle 500mila somministrazioni al giorno entro fine aprile, sembrava difficile da raggiungere già qualche giorno fa, dopo la pausa per Pasqua e Pasquetta sembra allontanarsi ancora di più. Nelle ultime 72 ore sono state effettuate circa 100mila vaccinazioni al giorno, con una brusca frenata rispetto al ritmo precedente e distante dal target fissato dal commissario all’emergenza sanitaria. Proprio il generale Figliuolo ha sollecitato le Regioni ad utilizzare i 2,3 milioni di dosi disponibili da oggi, mentre ne sono in arrivo altre 1,5 milioni da Pfizer. Ritardi, invece, da Johnson & Johnson e AstraZeneca, di cui si discutono ancora le fasce d’età dei destinatari.
AstraZeneca, i dubbi e la risposta di Speranza
Il 12 aprile AstraZeneca invierà la metà delle dosi previste (nel Lazio 15.000 invece di 30.000 che già rappresentavano un taglio), anche se la stessa azienda assicura che recupererà i ritardi. Se il premier Draghi ha già frenato i Governatori che aveva ipotizzato un’anticipazione nella somministrazione di Sputnik, prima dell’autorizzazione Ema (pare non prima di maggio/giugno), si valuta un cambio di categoria dei destinatari proprio di AstraZeneca, per somministrarlo agli over 60 come già fatto dalla Germania. Si tratterebbe di una svolta a 360° visto che finora il siero anglo-svedese è stato usato soprattutto per i giovani.
L’ipotesi è legata al possibile nesso causale tra il vaccino e rare forme di trombosi specie in donne under 50, dopo i recenti casi. Il ministro Speranza ha dichiarato che si atterrà alle indicazioni Aifa, che a sua volta attende a breve quelle di Ema.