
Costo del credito alle stelle in Italia, con tassi allineati tra quasi tutti gli istituti bancari su tutte le forme di finanziamento.
Un’analisi del Centro studi Unimpresa fotografa la situazione del credito nel nostro Paese evidenziando un cartello “di fatto” tra le banche che penalizza imprese e famiglie già alle prese con gli effetti drammatici sull’economia causati dalla pandemia.
Prestiti, Unimpresa: c’è una “sorta di cartello” tra le banche su tassi d’interesse
Fortemente preoccupata per gli elevati costi del credito nel nostro Paese l’associazione Unimpresa, segnalando una “sorta di “cartello” tra le banche italiane in relazione ai tassi di interesse applicati su tutte le forme di finanziamento: dai mutui ai prestiti personali, dallo scoperto di conto corrente ai pagamenti a rate con le carte di credito.
“Questo cartello o accordo sulle pratiche commerciali, tutto da accertare concretamente – specifica l’associazione - sembra spingere “alle stelle” i tassi di interesse sulle varie forme di credito, molto frequentemente fino al limite delle soglie d’usura stabilite dal ministero dell’Economia e delle Finanze”.
Secondo una ricerca del Centro studi di Unimpresa, che ha analizzato dati del Ministero dell’Economia, della Banca d’Italia e i fogli informativi di sei grandi gruppi creditizi del Paese, il divario di tassi tra gli istituti di credito del Paese è estremamente contenuto e, se l’interesse massimo legale mira a prevenire gli abusi e l’indebitamento eccessivo, lo stesso spinge al rialzo tutti i costi del credito qualunque esso sia.
I tassi soglia vanno dal 6,26% per i mutui ipotecari a tasso fisso al 23,92% per il credito revolving (pagamenti a rate con le carte); dal 6,91% dei mutui ipotecari a tasso variabile al 17,92% applicato alla cessione del quinto; dal 17,1% per le aperture di credito fino a 5.000 euro al 15,86% per il credito personale fino a 10.000 euro.
Quanto ai tassi medi praticati dalle banche, si va dall'1,81% per i mutui ipotecari a tasso fisso al 15,94% per il credito revolving (pagamenti a rate con le carte); dal 2,33% dei mutui ipotecari a tasso variabile all’11,14% applicato alla cessione del quinto; dal 10,52% per le aperture di credito fino a 5.000 euro al 9,49% per il credito personale fino a 10.000 euro.
A luglio 2021 scade moratoria per 300 miliardi di euro di vecchi prestiti
Secondo Unimpresa la soglia dell’usura, fissata trimestralmente dalle autorità, risulta tutt’oggi ancora elevata in un contesto di tassi prossimi allo zero o addirittura negativo e risulta poco appropriata, con la scelta lasciata in capo alle banche.
Tutto questo in una situazione già drammaticamente critica a causa della pandemia e della crisi economica che ne è scaturita e mentre attendiamo di capire se il decreto Aprile 2021 andrà o meno incontro a 2,7 milioni di imprese e famiglie, che da luglio non potranno più beneficiare della moratoria sui vecchi prestiti, una cifra pari a quasi 300 miliardi di euro.
Secondo il Centro studi di Unimpresa, un’altra tempesta perfetta rischia così di abbattersi su famiglie e imprese, rendendo più sottile la linea di confine tra l’usura “illegale” e il circuito parallelo di quella “invisibile” o di mercato.