Revolution d’elite

Perché Macron chiuderà l’ENA sostituendola con un istituto per la PA

Cambia forma la prestigiosa scuola di PA che ha formato alti funzionari in Francia. Un ascensore sociale che avrebbe creato una casta di politici e manager.

Perché Macron chiuderà l’ENA sostituendola con un istituto per la PA

Emmanuel Macron chiuderà l’ENA, nota scuola francese d’elite, nel tentativo di diversificare il servizio pubblico e rendere l’accesso alle alte cariche istituzionali e manageriali più democratico rispetto al passato. Vera e propria istituzione per la formazione di pochi “eletti” ultra-selezionati, l’Ecole Nationale d’Administration è simbolo di privilegio in una società in cui la mobilità sociale sembra essersi interrotta.

 

Gli “enarchi” di Francia

Fondata con una decisione di Charles De Gaulle nel 1945, il College per antonomasia ha trasformato presidenti e Premier francesi con calibro e coerenza così definiti da pensare che siano stati fatti con lo stampino. Non è esagerato dire, quindi, che la Francia è stata guidata sistematicamente dai suoi “enarchi”.

Tra gli alumni che hanno frequentato la scuola di perfezionamento per la carriera nella pubblica amministrazione con sede a Strasburgo e Parigi, c’è Emmanuel Macron e due Ministri che ha egli stesso ha nominato (tra cui Jean Castex). Stessa prestigiosa sorte per il suo predecessore, Francois Hollande e per Jacques Chirac. In un momento di crescente frattura sociale (ricordiamo l’azione dei gilet gialli), nessun’altra istituzione simboleggia un elitarismo francese tanto forte come quello dell’ENA, la cui frequentazione è stata a prevalenza maschile.

 

Al posto dell’Ecole, l’istituto post-universitario

Eppure, l’ENA non ci sarà più, in seguito alla decisione, annunciata giovedì da Macron, che sancisce la chiusura della scuola per poterla sostituire con un nuovo Istituto di Servizio Pubblico (ISP). Si tratta di un passo importante verso quella strategia che Macron stesso ha definito una “profonda rivoluzione nel reclutamento per il servizio pubblico”, con cui il Presidente vuole scommettere su giovani e competenze.

 

 

La culpa dell’ENA

L’Ecole è stata criticata come un club privato che offre il “ticket del successo” o l’iscrizione a vita solo agli “iniziati”. L’1% dell’ultima classe di attuali ottantenni aveva un genitore della classe operaia. Nel regime ancien, gli enarques provenivano principalmente da famiglie benestanti e professionalmente accreditate che permettevano loro di accedere ad un eldorado di opportunità sia nel pubblico che nel privato. Macron, laureatosi all’ENA, ne è un esempio-prodigio dal momento che ha assunto la Presidenza della Repubblica di Francia a soli 39 anni, 13 anni dopo aver ottenuto l’ambito diploma.

La mossa arriva ad 1 anno dalle elezioni presidenziali e mostra la determinazione del capo dell’Eliseo a democratizzare le carriere attraverso un’Amministrazione più trasparente ed efficiente. All’inizio del 2021, Macron ha rilasciato una dichiarazione che deplora come il cosiddetto “ascensore sociale” (l’ENA) della Francia si sia ormai rotto, seppur riconoscendo che ha funzionato impeccabilmente fino a “meno di 50 anni fa”. La Francia dell’epoca di Charles De Gaulle, devastata dalla guerra e dalla vergogna della collaborazione di Vichy con i nazisti, doveva ricostruire l’assetto e i principi di un apparato statale solido basato sulla democrazia nella sua interezza. Erano anni in cui la formazione professionale assumeva un ruolo estremamente strategico e sfornava politici e vertici aziendali di grandi capacità e spessore.

 

Posti di “direzione, controllo e giudizio”

La dichiarazione sulla nuova veste della scuola dice che i futuri laureati dovrebbero essere più mobili, lavorando inizialmente in posti regionali per acquisire esperienza sul campo prima di assumere posizioni di “direzione, controllo o di giudizio”. Le promozioni non si baserebbero più sulla durata delle esperienze lavorative o di studio, ma sulle prestazioni e “volontà” (disponibilità) a spostarsi da una sede all’altra nella PA.

Continuerà invece, nel nuovo ISP, il programma di supporto destinato a studenti provenienti da contesti svantaggiati (connessi, ad esempio, a situazioni critiche nella periferia delle città  francesi, dove sono alti i numeri di residenti immigrati musulmani).

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