Test italiani su Sputnik

Vaccini, da oggi sperimentazione dello Sputnik allo Spallanzani

Testate anche le seconde dosi con vaccini diversi dopo la prima somministrazione con AstraZeneca. Si valuta anche l’efficacia contro le varianti del virus

Vaccini, da oggi sperimentazione dello Sputnik allo Spallanzani

Prende il via oggi all’ospedale Spallanzani di Roma una doppia sperimentazione, che arriva proprio mentre è caos sui vaccini per la sospensione del siero Johnson & Johnson negli Stati Uniti e con il blocco delle forniture dirette in Europa, per sospetti casi di trombosi associati alla somministrazione del vaccino di Janssen.

A Roma, invece, si vuole valutare l’efficacia del siero russo, non ancora autorizzato in Europa, in particolare sulle varianti. Gli esperti del centro di ricerca russo Gamaleya, insieme ai colleghi italiani e in collaborazione con i responsabili del fondo russo degli investimenti diretti che ha realizzato il vaccino Sputnik vogliono testare la capacità di protezione del siero in particolare nei confronti delle varianti brasiliana, sudafricana e inglese, verso cui altri vaccini si sono dimostrati più o meno efficaci.

 

Una seconda sperimentazione, invece, riguarda la possibilità di utilizzare un vaccino diverso (Pfizer o Moderna) per la seconda dose nei soggetti che ne hanno ricevuto una prima con AstraZeneca, ora raccomandata agli over 60.

 

Al via i test su Sputnik

In attesa dell’autorizzazione da parte di Ema, che sta valutando il vaccino Sputnik e potrebbe decidere non prima di giugno, allo Spallanzani si accelera nei test sul siero russo, che è già stato somministrato in altri Stati come San Marino, dove si è tornati a riaprire le attività proprio grazie alle immunizzazioni. Il costo del siero è inferiore rispetto a Pfizer e Moderna (appena 8,5 euro circa a dose) e richiede due somministrazioni come tutti i vaccini finora messi a punto, tranne Johnson & Johnson.

“La Regione Lazio e lo Spallanzani sottoscrivono questo accordo tecnico-scientifico che darà il via finalmente alle sperimentazioni con e su Sputnik” ha spiegato il direttore sanitario dello Spallanzani, Francesco Vaia. L’Istituto russo Gamaleya metterà a disposizione 100 dosi iniziali che saranno testate su 600 volontari con varie formule, compreso l’uso come seconda dose in chi ha ricevuto AstraZeneca come prima. In questo caso al siero russo saranno affiancate sperimentazioni anche con altri vaccini, come Pfizer e Moderna.

 

La produzione italiana del siero russo

Al momento il vaccino russo viene prodotto, oltre che in madrepatria, anche in altri Paesi come la Cina (60 milioni di dosi). Nelle scorse settimane era stato firmato un accordo privato con un’azienda italiana per la produzione di dosi in Lombardia, in provincia di Monza e Brianza, da vendere e somministrare in Paesi terzi. Si tratta della Adienne Pharma&Biotech, che ha una sede legale in Svizzera e uno stabilimento a Caponago, che ha siglato un accordo con il Fondo sovrano russo per avviare la riconversione delle strutture per poter produrre entro qualche mese il vaccino messo a punto dall'Istituto Gamaleya.

Alcune Regioni come la Campania avevano fatto pressioni per poter seguire lo stesso esempio con accordi bilaterali. Il premier Mario Draghi ha fermato iniziative autonome da parte di Enti pubblici, in attesa che Ema completi la revisione delle componenti del vaccino e lo autorizzi, se ce ne saranno le condizioni, probabilmente da giugno, dunque rendendolo disponibile nel Vecchio continente nel secondo semestre 2021.

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