EditorialiOpinioniAnalisiInchiesteIntervisteScenariFirme
Il ritratto

Chi era Bernie Madoff, simbolo della truffa che ispirò anche un film

Madoff è diventato nel tempo il simbolo della truffa, la sua storia ha ispirato anche il cinema, nel 2017 con il film “The wizard of lies”con Robert De Niro

Chi era Bernie Madoff, simbolo della truffa che ispirò anche un film

Aveva orchestrato l’inganno finanziario più grande della storia, e lo confessò ai figli poco prima che gli agenti dell’Fbi gli mettessero le manette nel 2009. Bernie Madoff, l’autore della maxi-frode da 65 miliardi di dollari ammise di avere organizzato il business ricalcando “lo schema Ponzi”. L’artefice del crac finanziario morto in carcere mercoledì 14 aprile a 82 anni, si era autodenunciato, finirono tragicamente anche i figli che erano all’oscuro di tutto: Mark si è suicidato nel 2010 e Andrew  è morto di cancro nel 2014. 

Il nome di Bernie Madoff è diventato nel tempo il simbolo della truffa, la sua storia ha ispirato anche il cinema, nel 2017 con il film “The wizard of lies”con Robert De Niro. 


Bernie Madoff e lo schema Ponzi

L’impero finanziario truffaldo messo in piedi da Madoff aveva ricevuto uno scossone nel 1987, con la grande crisi di Wall Street negli anni del Reaganismo, "quando il mercato crollò e la gente finì nel panico più totale: i guadagni a lungo termine cominciarono a svanire”, rivelò Madoff  in un’intervista che concesse in carcere al Financial Times, aggiungendo che i suoi clienti non si rassegnavano all’idea di non avere più quei guadagni: “erano troppo avidi di denaro".

 

Per questo il genio della truffa ricorse allo “schema Ponzi”, il sistema adottato negli anni Venti dall’italoamericano Charles Ponzi: la truffa garantiva guadagni sostanziosi ai risparmiatori con l’afflusso di altri investitori. In pratica i primi venivano pagati con i soldi versati  dai nuovi depositi. Ponzi venne condannato a cinque anni di galera.

 

"Feci in breve tempo un miliardo di dollari, convinto che quando il mercato si fosse ripreso sarei stato capace di nascondere le cose e rimettere tutto a posto", continua nell'intervista, "ma dal 1992 in poi le cose andarono sempre peggio. E oggi continuo a chiedermi: perché non ho restituito i soldi ai clienti dicendo loro semplicemente non ce l'ho fatta'?". E Madoff butta un po’ la colpa anche sugli istituti di vigilanza della Borsa: “passano troppo tempo a inseguire piccole infrazioni e non abbastanza a vigilare sul comportamento delle grandi aziende e delle banche di investimento".

 

La denuncia 

In effetti dei segnali sull’inganno che avrebbe scosso il mondo della finanza c’erano già stati. Nel 1999 un puntiglioso analista finanziario Karry Markopolos, segnalò alla Sec (l’istituto di controllo della Borsa americana) che i rendimenti promessi da Madoff erano matematicamente impossibili. L’inchiesta si concluse con un nulla di fatto, e non ci fu seguito nemmeno ai dubbi avanzati due anni dopo dai giornali americani. Anzi, Madoff nel frattempo era stato nominato presidente del Nasdaq

 

Nel 2007 la Bnp sospende alcuni hedge fund, ma la maxifrode si scopre nel 2008  con la bancarotta di Lehman Brothers del 2008 e il conseguente crollo dei mercati. Madoff doveva restituire agli investitori oltre 7 miliardi di dollari. 

 

Nella trappola di Bernie Madoff erano finiti colossi dell’economia mondiale come il gruppo bancario giapponese Nomura, la Royal Bank of Scotland, Hsbc, Unicredit (alcuni fondi esteri), e personaggi famosi: anche il registra Steven Spielberg, l’attore Kevin Bacon, il premio Nobel per la pace Elie Weisel. Tutti abbindolati dagli inverosimili guadagni garantiti dal truffatore. 

 

Bernie Madoff avrebbe dovuto scontare il resto della vita in carcere: era stato condannato a 150 anni.  

COPYRIGHT THEITALIANTIMES.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA