
Riforma del Fisco all’orizzonte con importanti novità soprattutto la flat tax per le Partite Iva ma anche per il ceto medio. Il ministro dell’Economia, Daniele Franco, avrebbe intenzione di aumentare la vantaggiosa aliquota del regime forfettario dal 15% al 23% per chi ha ricavi inferiori ai 65 mila euro, per uniformare e rendere più equa la tassazione. L’operazione, inoltre, consentirebbe al Mef di recuperare 7 miliardi di euro di entrate.
La Riforma dell’Irpef, invece, potrebbe ispirarsi ai paesi del Nord Europa, Danimarca e Scandinavia.
Riforma Fisco: si valuta innalzamento aliquota regime forfettario al 23%
Il Ministero dell’Economia e delle Finanze continua a lavorare sulla Riforma del Fisco annunciata da Draghi, con il “duplice obiettivo di semplificare e razionalizzare la struttura del prelievo, riducendo gradualmente il carico fiscale e preservando la progressività”.
Tra i pilastri della Riforma del Fisco citata dal premier oltre alla semplificazione e alla progressività si aggiunge la lotta all’evasione fiscale che ogni anno sottrae alle casse dello Stato oltre 100 miliardi di euro.
In una relazione tecnica del Mef per ora si parla della possibilità di innalzare l’aliquota della flat tax per le Partite Iva (regime forfettario) dal 15% al 23% per chi ha ricavi inferiori ai 65 mila euro l’anno, intervento che andrebbe a penalizzare migliaia di Partite Iva, in particolare giovani professionisti o piccoli imprenditori.
Allo studio anche una possibile revisione dei diversi coefficienti di redditività sulla base dei quali si calcola l’imponibile degli autonomi, alla luce della mancata modifica del 2019 quando è stata innalzata la soglia di ricavi per l’accesso al regime forfetario da 25 mila a 65 mila euro.
Riforma Irpef, si guarda al modello danese e scandinavo
Per la Riforma dell’Irpef il premier Draghi ha già detto di volersi ispirare al modello danese, evitando bonus, detrazione e deduzioni.
Il presidente del Consiglio ha dichiarato di voler alleggerire le tasse sul ceto medio, rivedendo le aliquote Irpef per attenuare lo scalone attualmente esistente tra la prima e la seconda fascia di reddito che passa dal 27% al 38% con il superamento dei 28 mila euro (fino a 55 mila euro).
Le commissioni Finanze di Camera e Senato stanno preparando un documento da presentare al governo per la Riforma Irpef che si basa invece sul modello scandinavo, con una dual income taxation che applica il principio della progressività ai soli redditi di lavoro mentre quelli d’impresa sono soggetti ad un’aliquota proporzionale pari a quella del primo scaglione della imposta sul reddito. Previsti incentivi per la crescita, l’offerta di lavoro e la produzione di reddito.