Più diritti

Smart working, sì all’emendamento sul diritto alla disconnessione

Approvata la proposta di una maggiore definizione del diritto a “staccare” per chi lavora da casa. Riguarda milioni di italiani, cresciuti in pandemia

Smart working, sì all’emendamento sul diritto alla disconnessione

Un piccolo passo verso la regolamentazione dello smart working, cresciuto in pandemia. E’ il commento degli esperti dopo l’approvazione del “diritto alla disconnessione”, previsto da un emendamento del M5S al decreto Covid, che ha ottenuto ieri il via libera dalle commissioni Lavoro e Affari sociali della Camera.

Si tratta di una proposta che riguarda migliaia di lavoratori che con la crisi sanitaria, il lockdown dello scorso anno e attuali restrizioni si trovano a lavorare da remoto, soprattutto da casa, e spesso finiscono con il non "staccare" mai dal lavoro.

 

Sì al diritto alla disconnessione

Nel testo approvato ieri si legge che viene “riconosciuto alla lavoratrice o al lavoratore che svolge l’attività in modalità agile il diritto alla disconnessione dalle strumentazioni tecnologiche e dalle piattaforme informatiche, nel rispetto degli eventuali accordi sottoscritti dalle parti e fatti salvi eventuali periodi di reperibilità concordati”. Significa poter regolamentare quando e come poter spegnere pc, tablet e smartphone, in che orari non è possibile rispondere a email e messaggi o telefonate.

Il ricorso alla disconnessione viene definito “necessario per tutelare i tempi di riposo e la salute del lavoratore, non può avere ripercussioni sul rapporto di lavoro o sui trattamenti retributivi”.

L’emendamento riguarda il settore privato, mentre per i lavoratori della pubblica amministrazione resta la disciplina dei contratti collettivi. Secondo i firmatari dell’emendamento si tratta di un passo avanti “importante” sul fronte dei diritti.

 

Verso la proroga dello smart working

Intanto si va verso una proroga della possibilità di accedere allo smart working con procedura semplificata, introdotta con lo stato di emergenza, che a sua volta termina il 30 aprile. L’attuale normativa consente il ricorso allo smart working senza la necessità di un accordo individuale. E’ però prevedibile che si proceda a una proroga, dato l’avanzamento “rallentato” della campagna vaccinale sia per difficoltà di approvvigionamento di dosi, sia per i ritardi legati alle sospensioni di vaccini come AstraZeneca e Johnson & Johnson, che hanno portato a rimodulare il piano vaccinale stesso.

 

Estensione del bonus baby sitter?

Un altro provvedimento al vaglio del Governo è l’estensione del Bonus Baby sitter, di cui ci si può avvalere fino al 30 giugno, anche ad altre categorie. In particolare potrebbero essere inclusi gli operatori della polizia locale, mentre le commissioni della Camera hanno approvato un altro emendamento al decreto Covid con un primo allargamento agli operatori sanitari, socio-sanitari e agli assistenti sociali, inizialmente esclusi.

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