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Riforma concorsi pubblici Brunetta non piace: raccolte 25.000 firme

La petizione lanciata contro la riforma dei concorsi pubblici Brunetta ha raccolto 25.000 firme. Tira dritto il ministro: se ne facciano una ragione

Riforma concorsi pubblici Brunetta non piace: raccolte 25.000 firme

Al centro delle proteste la riforma dei concorsi pubblici a firma Brunetta, che a suo dire semplifica l’accesso al pubblico impiego per favorire il ricambio generazionale e l’immissione nella Pubblica amministrazione di migliaia di giovani, linfa vitale per la ripartenza post-Covid.

 

La petizione lanciata dal comitato “No riforma concorsi pubblici e Gem – Giovani Energie Meridionali, uniti contro la riforma Brunetta”, è arrivata a 25.000 firme, esprimendo tutta la rabbia e la delusione di migliaia di persone, che di fatto si vedranno escluse da tutti i concorsi pubblici per colpa di una riforma definita discriminatoria e classista.

 

Fermo sulla propria posizione il ministro Brunetta, che risponde alle proteste così: "non ci sono più alibi e non c'è più tempo, i paladini dell'immobilismo se ne facciano una ragione".

 

Riforma concorsi pubblici Brunetta penalizza neolaureati e viola Costituzione

L’obiettivo del ministro della PA è quello di assumere 150 mila giovani l’anno per svecchiare la Pubblica amministrazione, che nel tempo con il blocco del turn over “ha svilito e desertificato il proprio capitale umano pubblico”.

 

Per fare tutte queste assunzioni in brevissimo tempo, in vista dell’arrivo dei soldi del Recovery Fund, il ministro Brunetta ha messo a punto una riforma dei concorsi pubblici, che snellisce e velocizza le selezioni facendo leva sui titoli in possesso dei candidati e sulle precedenti esperienze lavorative.

 

Questa riforma “non premia il merito, penalizza i neolaureati e viola la Costituzione", protestano i giovani. Si parla di un vero e proprio "insulto alla Costituzione”, agli articoli 4, 97 e 51.

 

Petizione “No ai concorsi per titoli – no alla Riforma Brunetta”: 25.000 firme

Scioppiano le proteste dei giovani, con la petizione lanciata da Davide Lecca su Change.org “No ai concorsi per titoli - No alla Riforma Brunetta” che ha raggiunto in pochissimi giorni 25.000 firme.

 

Il problema principale, spiega Lecca, è l'articolo 10 del decreto: “la nuova modalità cancella infatti la preselezione che veniva svolta attraverso quiz di logica, o altre materie come diritto costituzionale e amministrativo, inerenti alla mansione per cui si andava a concorrere". Con la riforma Brunetta "si va per titoli, con la conseguenza, proprio per il fattore tempo, che ad essere esclusi saranno i neo laureati o quanti, a prescindere dall'età, non hanno potuto investire in formazione e in master, per ragioni economiche o personali, o per qualsiasi altro motivo".

 

Sorgono dubbi non solo sulla valutazione per titoli scolastici ma anche su quella per titoli di servizio, visto che “in questo modo si finisce per regolarizzare quelli che sono precari oggi, e creare nuovi precari, i precari di domani”.

 

Tira dritto il ministro Brunetta: "non ci sono più alibi e non c'è più tempo, i paladini dell'immobilismo se ne facciano una ragione".

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