Per un giorno si parla meno di Covid

Le big del calcio europeo si mettono in proprio, con tre italiane

Annunciata la SuperLega, con Real Madrid e inglesi in testa e Juve, Inter e Milan. Mario Draghi, Boris Johnson e Emmanuel Macron contrari. Finisce un’epoca

Le big del calcio europeo si mettono in proprio, con tre italiane

Solo il calcio poteva interrompere per una volta il dominio del Covid sui telegiornali, e il miracolo è avvenuto con la decisione presa la notte scorsa da 12 top club europei capitanati dal Real Madrid di costituire una Super Lega e disputare un campionato europeo solo tra le squadre che ne fanno parte, senza promozioni e retrocessioni. Per l’Italia hanno detto sì la Juve, l’Inter e il Milan. Sei sono le inglesi, c’è il Barcellona e mancano (per ora) le più importanti squadre tedesche e francesi. Boris Johnson, Emanuel Macron e Mario Draghi hanno detto di no, per difendere lo spirito del calcio e l’idea che una grande squadra possa, una volta nella vita, essere battuta da una piccola, cioè da quella che ha un bilancio pari allo stipendio del calciatore più importante dell’altra. La Uefa ha reagito minacciando di escludere tre dei club che vogliono fare da soli dalle semifinali di Champions che si erano conquistati, e i calciatori delle squadre della SuperLega da Europei e Mondiali. Morgan Stanley ha fatto sapere di supportare economicamente il progetto, che punta ai miliardi dei diritti tv. Il modello sarebbe la Nba americana di pallacanestro, che però tutela le città e le squadre più piccole assegnando loro i giovani migliori dell’annata, e la cosa funziona visto che New York, ad esempio, non vince dal 1974.

 

Il Covid comunque c’entra perchè proprio l’annata senza incassi di pubblico ha convinto le 12 Big a dare la spallata all’organizzazione calcistica europea, che cercando di rimediare proprio quando i buoi sono scappati ha comunicato oggi la sua “riforma” dei principali tornei comunitari. In Borsa le squadre coinvolte hanno guadagnato, compreso la Juve reduce dalla sconfitta con l’Atalanta, segno che i mercati vanno dove vedono profitti. Se tutto viene confermato viene messa definitivamente la parola fine a un’idea romantica del calcio, quella in cui sono cresciute le generazioni attuali, idea già largamente superata dal divario gigantesco tra piccoli e grandi club e dalla stessa internazionalizzazione spinta dei giocatori, che non hanno più la prevalente radice nazionale, in gran parte rispettata sino a qualche decennio fa. 

 

Ma di cosa si tratta, quando partirà e chi potrà partecipare? Le partite della nuova lega verranno disputate da 20 squadre, suddivise in due gironi:  dovrebbero giocarsi, come accade al momento per Champions League ed Europa League, a metà settimana, a eccezione della fase finale che si disputerà nel fine settimana. Tutte le squadre, dunque, potranno sfruttare i weekend per tornare a giocare i rispettivi campionati. L'idea è di partire già ad agosto con i club partecipanti  che giocheranno sia in casa che in trasferta e con le prime tre classificate di ogni girone che si qualificheranno automaticamente ai quarti di finale. Le quarte e quinte classificate si affronteranno in una sfida andata e ritorno per i due restanti posti disponibili per i quarti. Il formato a eliminazione diretta, giocato sia in casa che in trasferta, verrà utilizzato per raggiungere la finale a gara secca che sarà disputata alla fine di maggio in uno stadio neutrale.

 

Nella nota delle squadre fondatrici si legge: "Il nuovo torneo annuale fornirà una crescita economica significativamente più elevata e un supporto al calcio europeo tramite un impegno di lungo termine a versare dei contributi di solidarietà senza tetto massimo, che cresceranno in linea con i ricavi della lega. Questi contributi di solidarietà saranno sostanzialmente più alti di quelli generati dall'attuale competizione europea e si prevede che superino i 10 miliardi di euro durante il corso del periodo iniziale di impegno dei club. Inoltre, il torneo sarà costruito su una base finanziaria sostenibile con tutti i club fondatori che aderiscono a un quadro di spesa. In cambio del loro impegno, i club fondatori riceveranno un contributo una tantum pari a 3,5 miliardi di euro a supporto dei loro piani d'investimento in infrastrutture e per bilanciare l'impatto della pandemia Covid-19". Quindi ci sono i diritti tv il cui introito stimato è di circa 4 miliardi a stagione.

 

La Superlega sarà organizzata e gestita da un'apposita società partecipata da ciascun club in egual misura. L'accordo prevede l'impegno di ciascun club a sottoscrivere una quota del capitale sociale della società, con un investimento iniziale di 2 milioni di euro incrementabili fino a ulteriori 8 milioni. Intanto la banca JPMorgan ha annunciato che finanzierà il progetto con 3,25 miliardi di euro: secondo il Financial Times, il finanziamento verrò ammortizzato in 23 anni tramite il pagamento di 264 milioni annui, quota che include un tasso di interesse del 2-3%.

 

Fondatori: La Superlega è una nuova competizione calcistica riservata ai migliori club d'Europa, che andrebbe a sostituire, inglobandola, l'attuale Champions League a partire dalla stagione 2022/23, quindi dopo il prossimo campionato. Un progetto fortemente voluto dai top club (99 trofei internazionali in bacheca e un miliardo di tifosi nel mondo) dei principali campionati del Vecchio continente, e dall'ECA, l'Associazione dei club europei che era presieduta, fino a qualche ora fa, da Andrea Agnelli, ora dimissionario, e pronto a lanciare, insieme al presidente dello United, questo progetto rivoluzionario.

 

Squadre partecipanti: Sarà un torneo a inviti, che garantirebbe alle squadre partecipanti introiti pesanti. Al nuovo format del calcio europeo parteciperebbero solo le big (in Italia Juventus, Inter, Milan), con 'pass' riservati sulla base del ranking e dei risultati in Europa nelle ultime stagioni. Una situazione che esclude le cosiddette piccole società. Intanto nel manifesto della Superlega figurano 12 team europei, che si dichiarano in una nota congiunta i fondatori: AC Milan, Arsenal FC, Atletico de Madrid, Chelsea FC, FC Barcelona, FC Internazionale Milano, Juventus FC, Liverpool FC, Manchester City, Manchester United, Real Madrid CF e Tottenham Hotspur.

 

Il Paris Saint Germain, il super club francese, è combattuto. Fra i team fondatori della Superlega spicca l'assenza della società transalpina semifinalista per il secondo anno consecutivo in Champions, oltre che di Bayern Monaco e il Borussia Dortmund, l'Ajax e il Lipsia, il Benfica e il Porto, le altre squadre ai vertici europei che avrebbero declinato fin qui l'invito. Il nodo francese comunque non è sciolto, perché l'Equipe rivela che "almeno due squadre francesi entreranno nella Superlega".

 

Dichiarazioni e commenti: per il premier Draghi è "importante mantenere le competizioni nazionali”. Anche i  grandi ex giocatori, non sono soddisfatti di questa enorme  rivoluzione nel calcio. Marco Tardelli, campione del mondo e bandiera della Juventus: «Lo sport non è solo business e so solo che questa cosa è sbagliata: facciano quello che vogliono, io non gioco più». E Roberto Boninsegna, ex attaccante dell'Inter, è ancora più duro: «E' una roba da ricchi, contraria alla popolarità del calcio, non so che gli sia saltato in mente. E' già un fallimento in partenza, devono squalificarli tutti». Gigi Riva, simbolo azzurro e del Cagliari scudetto, allarga le braccia: E' un'evoluzione malata del calcio, ma temo che non ci possa fare niente perché prevalgono gli interessi delle società più forti».

 

«I fan di tutto il mondo adorano la competizione della Champions così com'è. Ai tempi dello United abbiamo giocato quattro finali di Champions League – ricorda l'ex tecnico Alex Ferguson - ed erano sempre le serate più speciali. Parlare di una Superlega è allontanarsi dai 70 anni di calcio europeo per club». In Inghilterra le tifoserie di Manchester United, Chelsea, Tottenham, City e Liverpool hanno già espresso la propria condanna al progetto: «Siamo sgomenti e ci opponiamo completamente a questa decisione nella loro implacabile e avida ricerca del denaro che ucciderà il calcio, commentano i fan del Liverpool riuniti nell'associazione «Spirit of Shankly: il calcio è nostro, non loro. La nostra squadra di calcio è nostra, non loro». Durissimo è stato il commento di Gary Nevill, leggenda del Manchester United: «Sono disgustato, questa è una disgrazia e un atto criminale. I proprietari dello United e del Liverpool, ma anche del City e del Chelsea, sono degli impostori e non hanno niente a che vedere con il calcio in Inghilterra. Punite questi club e proteggete i tifosi: se il Leicester vince la Premier League, è giusto che vada in Champions. Non che squadre come Tottenham. United o Arsenal che in Champions League nemmeno ci sono, possano partecipare ad una competizione elitaria». Anche Gary Lineker non usa mezze parole: «Il calcio non è niente senza i suoi tifosi. Lo abbiamo visto chiaramente negli ultimi 12 mesi. Se i fan si oppongono a questo schema piramidale anti-calcio, può essere fermato sul nascere».

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