Polemiche sulle riaperture

15 milioni di vaccinati, contagi giù, ma virologi divisi su riaperture

Oggi, intanto, tornano in classe quasi 7 milioni di studenti. Ma resta la preoccupazione, soprattutto dei presidi, per un rialzo della curva epidemiologica

15 milioni di vaccinati, contagi giù, ma virologi divisi su riaperture

In Italia è stata superata quota 15 milioni di vaccinazioni. A comunicarlo, nelle scorse ore, è stata la struttura commissariale guidata dal generale Francesco Figliuolo. Secondo i dati l'87,2% dei vaccini consegnati alle Regioni è stato somministrato.

Dopo la consegna delle oltre 400mila dosi del vaccino Moderna all’hub di Pratica di Mare, sabato, sta procedendo la distribuzione e nelle prossime ore saranno somministrati i primi sieri. Ottimista il ministro della Salute, Roberto Speranza, che però esorta a non abbassare la guardia: "In questa fase dobbiamo tenere insieme due parole: fiducia e prudenza. Siamo entrati in una fase diversa grazie alla campagna vaccinale: sono stati somministrati in 3 giorni un milione di dosi di vaccino, raggiunta quota di 15 milioni totali. Siamo nelle condizioni di costruire una road map con un passo alla volta, con un compromesso e con equilibrio. I dati ci parlano di una fase diversa, ma non ci sarà una fase "x" dove tutte le misure scompariranno" ha detto Speranza a Mezz'ora in più su Rai3. 

 

Scuole, 7 milioni in classe. Preoccupati i presidi

“La scuola ha dei rischi, bisogna ridurli”. L’allarme è arrivato da Agostino Miozzo, consigliere del ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi, che al Tg3 ha detto: “Il problema delle classi pollaio dev'essere ridotto attraverso le soluzioni più idonee. Per Miozzo è “difficile” introdurre il tampone a tappeto per 8 milioni di studenti, ma controlli a campione sul territorio potrebbero “essere utili”. Controlli che sono invocati anche dai presidi, alla vigilia del ritorno in classe per quasi 7 milioni di studenti, dopo l'aumento della quota da dopo Pasqua: “La scuola è un luogo naturale di assembramento. Se si torna al 100% in molte aule non sarà possibile rispettare il metro di distanziamento. In questo caso la scuola si vedrà costretta a ridurre la presenza dei ragazzi e alternarla alla dad, facendo rotazioni. Bisogna valutare questo rischio” ha infatti spiegato all'Ansa il presidente dell'Anp (Associazione nazionale presidi), Antonello Giannelli.

 

Virologi divisi sulle riaperture dal 26 aprile

Il primo a dirsi preoccupato è stato Massimo Galli, responsabile di malattie infettive all’ospedale Sacco di Milano, secondo cui il rischio calcolato sulle riaperture dal 26 aprile è un “rischio calcolato male”, perché la campagna vaccinale è ancora troppo lenta. Anche per Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) “In un momento cruciale della campagna vaccinale italiana dovremmo essere più rigorosi, pensare alle chiusure e non ad aprire”.

 

Per il virologo Roberto Burioni le riaperture sono “decisione politica, non scientifica”, mentre è meno rigorista Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, che parla di decisione di “buon senso” spiegando che “non c’è per questo tipo di decisioni il rischio zero, bisogna fare attenzione e monitorare, nelle aree dove le misure non vengono rispettate si deve tornare alla zona rossa. I furbi che non rispettano i protocolli vanno sanzionati subito”. D’accordo anche il virologo Fabrizio Pregliasco, secondo cui “Come abbiamo fatto finora dovremo essere responsabili, questo non perché lo Stato voglia scaricare la responsabilità sui singoli ma perché comunque ci vuole una corresponsabilità”.

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