#ugualiallapartenza

Art. 10 Dl 44/2021: la protesta di #ugualiallapartenza contro Brunetta

S’infiamma la protesta per la riforma dei concorsi pubblici voluta da Brunetta che elimina la preselezione. Vogliamo essere tutti #ugualiallapartenza

Art. 10 Dl 44/2021: la protesta di #ugualiallapartenza contro Brunetta

Sempre più persone stanno sostenendo la campagna #ugualiallapartenza che chiede di emendare l’art. 10 Dl 44/2021 relativo alla riforma dei concorsi pubblici voluta dal ministro per la Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta.

 

Le nuove modalità di accesso semplificate alle selezioni per i concorsi pubblici sono state definite discriminatorie e classiste, un vero “insulto alla Costituzione”, in quanto andrebbero a penalizzare soprattutto i giovani e coloro che non possono permettersi corsi di specializzazione e master postlaurea a causa di una preselezione fatta per titoli di studio.

 

Vogliamo essere tutti #ugualiallapartenza gridano i giovani su Twitter.

 

Concorsi pubblici Brunetta: giovani chiedono di essere #ugualiallapartenza

Il DL 44/2021 va emendato, scrivono nei post i giovani italiani contrari alla Riforma dei concorsi pubblici voluta dal ministro per la Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta.

 

Da quando sono state annunciate le nuove regole per lo svolgimento dei concorsi pubblici è partita una crociata contro l’art. 10 del DL 44/2021, con la petizione lanciata da Davide Lecca su Change.org “No ai concorsi per titoli - No alla Riforma Brunetta” che ha raggiunto in pochissimi giorni oltre 30.000 firme.

 

Il sistema previsto dalla riforma Brunetta, specificano in tanti, non è meritocratico e non è sinonimo di qualità in quanto favorirebbe coloro che hanno una formazione postlaurea ed esperienze lavorative pregresse a fronte dei giovani laureati che non hanno potuto continuare gli studi per problemi economici.

 

Riforma concorsi pubblici, la protesta: fateci fare la prova preselettiva

I giovani italiani protestano per essere #ugualiallapartenza, per fare in modo che la meritocrazia sia l’unico criterio per la selezione nel pubblico impiego, sostenuti anche da una folta schiera di politici per chiedere al governo un passo indietro.

 

Faremo tutto il possibile per eliminare una barriera di censo nei concorsi per l’accesso alle PA”, scrive Stefano Fassina in un post su Twitter ma sono davvero in molti a dire no ad una riforma realizzata in questi termini.

 

Per semplificare e velocizzare i concorsi pubblici, il ministro PA Brunetta ha permesso l’eliminazione della prova preselettiva, sostituendola con una selezione fatta sulla base dei titoli di studio postlaurea e delle esperienze lavorative.

 

Ridateci la prova preselettiva: gridano per protesta i giovani che non hanno potuto continuare gli studi dopo la laurea, appellandosi agli articoli 4, 97 e 51 della Costituzione, ribadendo che questa riforma “non premia il merito, penalizza i neolaureati e viola la Costituzione".

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