
Xi Jinping ha annunciato che domani parteciperà al Vertice virtuale sul cambiamento climatico, l’Earth Day, promosso da Joe Biden, su invito della Casa Bianca. Si tratta del primo incontro tra i due leader da quando Biden è entrato in carica.
Alla 2-giorni, voluta dall’Amministrazione USA, saranno presenti numerosi leader mondiali convocati da Washington, poco dopo aver riportato gli Stati Uniti nell’Accordo di Parigi (2015) sulla riduzione delle emissioni globali di carbonio. Restano quindi tutti in attesa di sentire il discorso (forse storico) preparato da Xi Jinping per l’occasione, “importante”, come ha dichiarato il Portavoce del Ministero degli Esteri Hua Chunying.
Interesse comune su emissioni globali - i nuovi target
USA e Cina si sono costantemente scontrate su una serie di dossier generando reazioni anche nel negli ultimi mesi. Si è parlato, per lo più, di presunte violazioni dei diritti umani e ci come l’influenza della Cina gravi su altre economie e mercati del mondo. Un esempio di naufragio dei tentativi di dialogo diplomatico tra le due potenze è stato l’incontro in Alaska, il mese scorso, in cui i funzionari statunitensi e cinesi hanno avuto i primi colloqui ad alto livello vis-a-vis, seppure colmi di rancore e tensioni.
In termini “climatici”, qualcosa potrebbe tuttavia sbloccarsi. Cina e USA sono i due maggiori produttori di gas serra (quasi la metà del totale globale). È improbabile una soluzione al cambiamento climatico senza l’adesione di Biden e Xi Jinping. Quanto emergerà da domani è segno di consapevolezza che una riscoperta dell’interesse ed impegno comune delle due Amministrazioni nella lotta al cambiamento climatico potrà fare la differenza.
La scorsa settimana, l’inviato statunitense per il clima, John Kerry, si è recato a Shanghai per incontrare la controparte cinese. Una visita simbolica: la prima di alto livello in Cina di un membro dell’Amministrazione Biden. Kerry e Xie Zhenhua hanno manifestato impegno a cooperare per sulla crisi climatica, anche se ci sono punti di disaccordo su molti altri fronti. La Cina ha promesso di raggiungere il proprio picco di emissioni entro il 2030 e di passare a “zero emissioni” entro i 30 anni successivi. Anche Biden dovrebbe annunciare, questa settimana al Vertice, nuovi obiettivi degli Stati Uniti sulla riduzione delle emissioni di carbonio visto il crescente allarme per temperature record e la frequenza dei disastri naturali.
Legge europea sul Clima: 55% entro il 2030
L’Eurocamera e gli Stati membri hanno concordato questa notte l’obiettivo di ridurre le emissioni di C02 “almeno del 55%” entro il 2030 per conseguire la neutralità climatica dell’Ue entro il 2050 oltre che altri obiettivi intermedi sulla base della proposta elaborata dalla Commissione europea. Sui target 2030, i negoziatori hanno introdotto un limite (225 milioni di t) al contributo degli assorbimenti di emissioni da foreste e tecnologie. Il testo della Legge ora passa al Consiglio e dall’Europarlamento per l’approvazione finale.
Rappresenta un buon punto di partenza – oggi – per discutere - domani all’Earth Day a guida USA – il futuro climatico europeo e globale. Ma stando ad una nota dell’eurodeputata Eleonora Evi (Verdi europei), la Legge copre solo l’obiettivo di riduzione delle emissioni del 55% entro il 2030.
Non è quindi in linea con le raccomandazioni degli scienziati dell’IPPC del 65%, taglio che garantirebbe il mantenimento delle temperature globali entro 1,5 C° nel rispetto degli Accordi di Parigi. “Si è deciso anche di preparare un bilancio indicativo dei gas a effetto serra”, un progresso per poter monitorare se si stia andando nella giusta direzione e stabilire un obiettivo di riduzione delle emissioni entro il 2040. Ma “il bilancio” – spiega la Evi - “verrà istituito solo per il periodo 2030-2050”, ma è adesso che le “nostre azioni saranno determinanti per riuscire a conseguire la neutralità climatica entro il 2050”.