Le dimissioni

Federlegno non sa decidere sul Salone del Mobile, Luti si dimette

Milano e governo in ansia per la manifestazione simbolo del Made in Italy e vetrina mondiale del design, appuntamento chiave della ripartenza del Paese

Federlegno non sa decidere sul Salone del Mobile, Luti si dimette

Federlegno è una federazione di settore di Confindustria che si sta prendendo, per incapacità di decidere dei suoi vertici, la responsabilità di non accendere la vetrina mondiale del Made in Italy, il Salone del Mobile di Milano, lasciando in gramaglie l’economia della città e privando l’intero Paese di una manifestazione simbolo della ripartenza nonostante la pandemia: a settembre, data prevista, le vaccinazioni sarebbero giunte ad uno stadio avanzato di copertura della popolazione e la manifestazione avrebbe potuto svolgersi in sicurezza. Invece qualche giorno fa l’assemblea dei soci non guidata dal presidente Claudio Feltrin ha deciso di non decidere, il presidente del Salone Claudio Luti (capo di Kartell) si è immediatamente dimesso (come ha scritto associatedmedias.com) per protesta ma è stato pregato di non comunicarlo, mentre la vicenda viene seguita con preoccupazione anche da palazzo Chigi: il presidente Draghi infatti ha disposto la riapertura delle fiere dal 15 giugno proprio in base al “rischio ragionato” necessario per riaprire, e il Cersaie ha già confermato la fiera delle ceramiche per l’autunno a Bologna.

 

Il Salone del Mobile, come è noto, è la più importante vetrina mondiale del Made in Italy, del design e della creatività italiana, riunisce oltre 400 mila buyer provenienti da tutto il mondo ed è il principale volano economico e sociale di Milano, sbocco della creatività di tanti territori, il più importante evento della Fiera e un modello mondiale di manifestazione con migliaia di eventi che coinvolgono la città intera per una settimana. Quella di quest’anno, dopo lo stop dell’anno scorso, sarebbe stata l’edizione del cinquantenario e anche il presidente Mattarella l’avrebbe certamente inserita nella propria agenda per celebrare la ripartenza del Paese.

 

Feltrin, Veneto, nuovo presidente di Federlegno, nell’assemblea avvenuta pochi giorni fa non ha chiesto ai suoi soci cosa fare e cosa sarebbe stato meglio fare sul tema Salone, ha solo recepito la poca voglia di rischiare di alcune imprese che intanto si sono organizzate sul web e ha del tutto trascurato il significato eccezionale che il Salone ha per Milano e per il Made in Italy. Ora Federlegno Arredo ha l’ostilità di tutto il mondo istituzionale ed economico, Fiera Milano, Comune di Milano, Regione Lombardia e Governo. Un pasticciocolossale, che suona come una sorta di tradimento del Paese e di Milano nel momento più difficile. Infatti albergatori, tassisti, ristoratori e mille altre categorie che aspettavano il Salone come segnale forte della ripartenza potrebbero veder sparire le possibilità di recuperare almeno in parte le perdite subite sinora con le chiusure.

 

A testimoniare la paralisi di Federlegno e di Feltrin e la loro, diciamo, difficoltà a prendere una decisione nell’interesse del Paese sono sul tavolo da alcuni giorni le dimissioni di Claudio Luti, presidente del Salone e uno degli industriali più noti del settore con la sua Kartell, che non condivide la posizione della Federazione. Il Salone del mobile è infatti una società di FLA Eventi controllata da Federlegno Arredo: negli ultimi dieci anni ha sempre dichiarato utili importanti che oggi avrebbero potuto e dovuto, insieme ai sostegni del governo alle fiere, aiutare le aziende a partecipare alla manifestazione. Tutti dunque, anche in Confindustria, si aspettavano una reazione forte dal comparto dell’arredo a sostegno della ripartenza dell’economia, ma Feltrin si è nascosto e Luti ha già deciso di sbattere la porta mentre Federlegno cerca di nascondere la spaccatura, dovuta alla vera e propria incapacità di rendersi conto di rappresentare un simbolo-Paese.

 

Anche Fiera di Milano puntava (e punta) moltissimo sul traino del Salone per riavviare una delle più importanti macchine espositive del mondo bloccata da un anno. I vertici della Fiera stanno decidendo cosa fare, e giustamente minacciano di passare alle vie di fatto chiedendo a Federlegno di pagare le forti penali previste. Si tratta, nel caso, di cifre vicine ai 10 milioni di euro.

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