L’intervista

Franck Kessié: dalla crescita con Gattuso, al futuro da leader

Franck Kessié a 360 gradi: dalle difficoltà iniziali in un big team alle ambizioni future di diventare grande con il Milan. Tra compagni e rinnovo.

Franck Kessié: dalla crescita con Gattuso, al futuro da leader

Il centrocampista del Milan, Franck Kessie, tra i migliori di questa stagione e punto fermo della squadra di Pioli, ha parlato ai microfoni Sportweek, raccontando il suo momento attuale e le disciolta del passato: tra primi ostacoli, crescita continua e rinnovo di contratto, l’ivoriano ha dichiarato nuovamente il suo amore per i colori rossoneri “Sì, da bambino tifavo Milan e andavo matto per Shevchenko. Il Milan era anche la mia squadra alla Playstation. Era facile tifare per loro: a quei tempi vincevano tutto. Quando ho indossato per la prima volta la maglia rossonera non ci credevo. Pensai che avrei dovuto sudare per quella maglia, perché del Milan io ero anche tifoso. È quello che cerco di fare a ogni partita. Giocare la Champions col Milan sarebbe grandioso”. 

 

Intervista di Kessié a Sportweek:

Cresciuto come leader, prendendosi la figura di uomo chiave del centrocampo “Se ho qualcosa da dire a un compagno non lo faccio davanti a tutti perché non so come lui possa reagire. Lo prendo da parte e gli spiego. In partita è più difficile, perciò può capitare che cacci un urlo. Se qualcuno cammina gli faccio: “Dai, corriamo che dobbiamo vincere!”. Nelle rappresentative giovanili della mia nazionale, la Costa d’Avorio, sono sempre stato il capitano. Sono abituato a essere il primo a metterci la faccia, in campo e fuori. Parlo con tutti, a cominciare dai più giovani: Hauge, Daniel Maldini, anche con quelli della Primavera che ogni tanto si allenano con noi, come Mionic”. 

 

Lo dimostra anche nel cambiamento di mentalità da quando è arrivato, come la scelta del numero, lottato con Bonucci: “Lui mi spiegò che era importante, io parlai con Leonardo, con mister Montella, pure con Gattuso che ancora allenava la Primavera.Bonucci era più grande, aveva più esperienza. Ma oggi non so se lo rifarei”.  Sul mister e i suoi compagni di reparto “Io e Chala siamo arrivati insieme nella stessa estate di quattro anni fa. Io vado a casa sua, lui viene da me. Ci assomigliamo come carattere. Quando abbiamo il giorno libero stiamo quasi sempre assieme: andavamo al ristorante quando si poteva, a fare shopping al Duomo.Ma frequento anche Bennacer, Meite, Leao, Saelemaeker”. 

 

E sull’allenatore attuale cerca il confronto con il primo avuto in rossonero, Gattuso “Quando arriva un nuovo allenatore porta le sue idee e ti chiede cose nuove rispetto a prima. È normale che all’inizio fai fatica. Però abbiamo parlato e parlato, io ho lavorato tanto su di me per capire come dargli quello che voleva. E alla fine ci sono riuscito. Gattuso invece mi diceva di non aver paura di sbagliare, di giocare con la testa più libera. Io sapevo di avere qualcosa dentro che dovevo far uscire. Oggi è più facile perché Pioli ha aiutato la squadra e ora la squadra aiuta me”. 

 

C’è l’intento di tornare grandi, a distanza di anni in cui addirittura non si raggiungeva nessun tipo di competizione europea “Per tornare grande al Milan manca la continuità nei risultati. Le grandi squadre non si accontentano mai, vogliono vincere tutte le partite. Questa deve essere la nostra mentalità. Sappiamo che non è possibile vincere sempre, ma dobbiamo provarci. Ma siamo già una grande squadra. Rinnovo?Ora sono concentrato sul lavoro che dobbiamo finire e che deve portarci in Champions. A fine stagione parleremo col club. Chi sono quando mi guardo allo specchio chi vedo? Franck Kessie. E chi è? Ovviamente, il presidente del Milan.

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