Riforma concorsi pubblici

Protesta #ugualiallapartenza, Brunetta: basta concorsi ottocenteschi

Mentre il ministro della PA Brunetta parla di concorsi ottocenteschi dilaga la protesta sui social dei giovani che vogliono essere #ugualiallapartenza

Protesta #ugualiallapartenza, Brunetta: basta concorsi ottocenteschi

Le nuove regole sui concorsi pubblici decise da Brunetta continuano a suscitare clamore ma il ministro resta fermo sulla posizione presa spiegando che c’è bisogno di turnover specie in vista del Recovery Plan.

 

A tutti quei giovani che stanno protestando sul web al grido #ugualiallapartenza il ministro per la Pubblica Amministrazione risponde così: “Basta concorsi ottocenteschi”.

 

Riforma concorsi PA, Brunetta: basta concorsi ottocenteschi

Tra qualche anno avremo bisogno di un turnover del 120% nella Pubblica Amministrazione, ecco perché non possiamo più affidarci a “concorsi ottocenteschi”.

“Abbiamo bisogno di immettere circa 150 mila persone ogni anno da qui al 2026 – ricorda il ministro per la Pubblica Amministrazione Renato Brunetta – non soltanto per compensare le uscite, ma anche per rafforzare gli organici dei settori più sofferenti, come la sanità e gli enti locali”. Risponde così il titolare del dicastero di Corso Vittorio Emanuele all’agguerrita protesta sui social #ugualiallapartenza, che definisce classista e discriminatoria la riforma dei concorsi pubblici senza prova preselettiva ma basata su titoli di studi postlaurea ed esperienze professionali.

 

“In più dobbiamo reclutare personale qualificato per la realizzazione dei progetti del Pnrr. Ci sarà un nuovo portale ad hoc – aggiunge Brunetta -. I prossimi decreti, uno sulle semplificazioni e l’altro sul reclutamento, che contiamo di approvare entro la prima decade di maggio. Serviranno ad accompagnare il Pnrr. La nostra patente per dire a Bruxelles che ce la faremo”.

 

Il ministro dice no alla preselezione fondata sui quiz logico-matematici, definendoli “disdicevoli”. “Io lo dico con sincerità: non avrei fatto nessuna carriera se avessi dovuto rispondere a quiz di quel tipo, e penso non sia legittimo sottoporre a quel tipo di prove, che però si erano rese necessarie da un certo momento in poi per ridurre la massa di concorrenti”.

 

Tutto il tempo dedicato al concorso, quindi, “non è tempo per approfondire e studiare, ma tempo per imparare a memoria i quiz, tratti da una banca dati”, senza lasciare nulla dal punto di vista della cultura, della formazione, dell’approfondimento.

 

“Eliminare i quiz preselettivi per me ha significato un ritorno a respirare buone pratiche. Pensare a dei giovani che passano le giornate a mandare a memoria dei quiz logico-matematici mi ripugnava”, conclude il ministro.

 

Dilaga la protesta #ugualiallapartenza sui concorsi pubblici contro Brunetta

I concorsisti non ci stanno, trovando appoggio anche tra i politici. Le nuove regole sui concorsi pubblici del ministro Brunetta hanno trovato la loro primissima applicazione nel bando del Concorso Coesione per 2.800 tecnici al Sud a tempo determinato per l’attuazione del Recovery Plan, evidenziando l’impossibilità per molti giovani laureati di partecipare alle prove poiché scavalcati da coloro in possesso di corsi di specializzazione postlaurea e di esperienze professionali.

 

I giovani italiani continuano a gridare quasi all’unisono di voler essere #ugualiallapartenza, ossia, di voler avere tutti la possibilità di partecipare ad un concorso pubblico tramite la prova preselettiva, permettendo il passaggio alle prove successive solo sulla base del merito e non dei titoli in possesso.

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