L’idea originale

Come Google punta a prevenire i terremoti, con gli smartphone

Secondo Big “G” è possibile sostituire i vecchi sismografi, lenti e costosi con le potenzialità dei cellulari, per lanciare allerte e salvare le popolazioni

Come Google punta a prevenire i terremoti, con gli smartphone

In caso di terremoti la rapidità con la quale sono lanciati gli allarmi è fondamentale: può fare la differenza tra la vita e la morte di molte persone. Per questo Google ha pensato di sfruttare le potenzialità dei moderni smartphone per metterle al servizio della popolazione in caso di sisma, sostituendo i tradizionali sismografi. Ecco come.

 

Gli smartphone che “captano” i terremoti

L’idea nasce dalla considerazione che i moderni cellulari sono molto più di semplici “telefoni mobili”. In particolare sono dotati di accelerometri, che rilevano i movimenti. Sono sensori che consentono alcune funzioni applicate alla telefonia e che, in questo caso, potrebbero essere programmati per diventare sismometri rudimentali, in grado di captare il tremore della Terra. Google, quindi, pensa a sostituire la vecchia rete di sismografi, molto costosi e non sempre immediati nelle risposte, per creare un sistema di rilevamento dei terremoti basato su milioni di smartphone. Da una prima stima si potrebbe contare su oltre 2 miliardi di telefoni Android attivi nel mondo e presenti in quasi tutte le aree del Pianeta.

In caso di scosse, ecco che partirebbe un sistema di allerta alla popolazione con l’invito a mettersi al sicuro.

 

I test in corso

Le sperimentazioni sono già in corso da un anno. In una prima fase le rilevazioni avvertite dagli smartphone e tradotte in segnali di “alert” si erano rivelate in qualche caso dei falsi allarmi, ma col tempo sono messe in atto modifiche nel sistema di rilevazione da parte dell’apparecchio, che poi invia un segnale a un server centrale, accompagnato dalla geolocalizzazione. “Gli avvisi hanno funzionato bene in termini di velocità e precisione, al punto da essere paragonati a quelli di ShakeAlert o del sistema di allarme giapponese” ha spiegato Richard Allen, sismologo dell'Università della California, Berkley.

 

I terremoti già “captati”

Secondo Allen “i telefoni hanno anche rilevato un terremoto di magnitudo 7 che ha avuto origine appena a nord di Samos, un'isola greca vicino alla Turchia, alla fine di ottobre 2020. Se fosse stato possibile attivare l'allarme, avremmo allertato numerose persone in Grecia”. I telefoni con sistema operativo Android, secondo i dati ufficiali, sono stati in grado di intercettare oltre 1.000 terremoti in tutto il mondo.

I ricercatori hanno spiegato che, perché la rete di cellulari sia efficiente nel monitoraggio di un eventuale sisma, occorre che oltre 100 apparecchi ricevano i segnali di scossa sismica, mentre al momento gli avvisi di allerta si basano sulle rilevazioni di quattro stazioni.

 

Favorevoli e contrari

A supportare il progetto di Google c’è Men-Andrin Meier, sismologo specializzato nei sistemi di allarme per i terremoti all'ETH di Zurigo. Altri esperti, però, pensano che l’idea di Google necessiti di qualche ulteriore approfondimento e messa a punto, soprattutto per il limite di non poter funzionare nelle aree poco popolate o in zone dove i sismi si generano in mare, come al largo della Nuova Zelanda.

 

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