Recovery e stime di crescita

Ue, verso la ripresa: previsioni economiche di primavera 2021

Entro fine 2022 si potrebbe tornare a ritmi di crescita pre-lockdown (+4,2% nel 2021). Previsto rialzo sia di PIL che debito e deficit con i Recovery Plan.

Ue, verso la ripresa: previsioni economiche di primavera 2021

Il rilancio economico, dopo il devastante shock – di proporzioni storiche – subito con la crisi del coronavirus - è iniziato nell’estate 2020. Ma la battuta d’arresto si è fatta sentire nel quarto trimestre dell’anno e nel primo trimestre 2021, con le nuove chiusure per contenere i contagi.

 

Nelle Previsioni economiche di primavera 2021, presentate oggi dal Commissario Paolo Gentiloni, Bruxelles prevede che l’iniezione del Recovery Fund, assieme al progredire delle vaccinazioni e all’allentamento delle restrizioni, daranno forte input alle attività produttive ed economiche dell’Ue, soprattutto per quelle dell’Eurozona. La crescita sarà trainata dall’incremento di consumi, di investimenti e della domanda di esportazioni.

 

Verso la crescita, ritorno al Patto di Sostenibilità

Le prospettive sono migliori delle attese” dato il “rimbalzo” a cui si è assistito nei servizi e nel commercio globale. Gentiloni ha precisato che anche l’impulso dei Piani di ripresa è stato valutato nelle stime economiche dell’Ue. Il Recovery dovrebbe contribuire ad una crescita di circa l’1,2% del PIL dei 27 Stati membri nel periodo 2021-2022, come spiegato oggi da Gentiloni. Si tratta si un impatto parziale calcolato su un lasso di tempo inferiore ai due anni.

Ecco perché i risultati dell’analisi possono solo fornire un quadro immediato e diretto sul PIL conseguente all’aumento della domanda interna, ma senza garantire su oscillazioni future. “La sfida principale”, per l’Italia, sta “nell’attuazione dei programmi di riforma e investimento” nella partita ancora aperta del Recovery, ha detto il Commissario, aggiungendo che la clausola di sospensione del Patto di stabilitàresta in vigore fino alla fine del 2022”. In base come evolverà la ripresa, si valuteranno i presupposti e le “condizioni per una decisione diversa”, ha concluso.

 

I dati della ripresa

L’economia dei 27 si espanderà del 4,2% nel 2021 e del 4,4% nel 2022. Nell’Eurozona, invece, i dati parlano di un 4,3% per quest’anno e del 4,4% per l’anno prossimo. La Commissione ha concluso che gli ultimi dati mettono comunque in luce “un preponderante miglioramento rispetto alle Previsioni che lo scorso febbraio registrava una crescita ferma al 3,5%. Il segnale positivo, infine, è che tutte le economie dell’Ue “dovrebbero vedere le loro economie tornare ai livelli pre-crisi entro la fine del 2022”, anche se le percentuali degli indicatori nazionali possono variare anche di molto da Paese a Paese.

 

Debito in rialzo, massimo picco nel 2021

Nel documento, si legge che “a causa del protrarsi del sostegno pubblico” all’economia, nel corso del 2021 il debito pubblico in Italia continuerà a salire per registrare poi un calo progressivo a partire dal 2022. Dalla revisione al rialzo delle previsioni, si evince che arriverà al 159,8% per poi scendere al 156,6%, ma non prima dell’anno prossimo. Salirà contemporaneamente anche il deficit (+11,7% nel 2021), visti i costi ingenti delle risorse destinate al sostegno e alla ripresa, che per ora rimane parziale. Con la successiva moderazione della spesa e degli investimenti pubblici e l’accelerazione di ricavi e profitti, il deficit subirà una contrazione scendendo al 5,8%.

 

Lavoro e inflazione

La disoccupazione nell’Ue si attesterà attorno al 7,6% nel 2021, scendendo al 7% nel 2022. I corrispondenti valori medi dell’Eurozona sono dell’8,4% e del 7,8% (superiori rispetto ai livelli pre-crisi). L’inflazione ha registrato un’impennata all’inizio dell’anno a causa del rincaro dei prezzi dell’energia e di una serie di fattori tecnici temporanei (come l’adeguamento annuale della ponderazione attribuita ai beni e ai servizi che compongono il paniere dei consumi utilizzato per calcolare l’inflazione). In Germania, ad esempio, avranno effetti considerevoli le politiche come lo stop all’esenzione dell’IVA e l’imposizione della nuova tassa sul carbonio. Le previsioni parlano di un’inflazione all'1,9 % nel 2021 e all’1,5 % nel 2022.

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