
Ci sono tutti i protagonisti della politica degli ultimi anni nel libro “Contro”, firmato da Alessandro di Battista, edito da PaperFirst e in uscita oggi. L'ex M5S affronta l’addio al Movimento, scrivendo: "Lasciare il Movimento 5 Stelle è stato doloroso – racconta Di Battista nel libro - Allo stesso tempo, è stata una scelta naturale, presa senza alcun rimpianto”.
“Un’indimenticabile storia d’amore”
“Quella con il Movimento 5 Stelle è stata un’indimenticabile storia d’amore” racconta Alessandro Di Battista, che prosegue: “Il Movimento l’ho amato alla follia. Per anni siamo andati d’accordo, poi qualcosa si è rotto. È vero, io non ho vissuto in prima linea il Movimento 5 Stelle al governo. Mi mancano alcuni elementi e non ho avuto la possibilità di conoscere quella 'complessità' della quale, spesso, mi hanno parlato i miei ex colleghi. Certamente amministrare è estremante complesso, tuttavia alcune scelte politiche sono semplici. Sono le scelte di campo: o si sta da una parte o dall’altra” spiega l’ex esponente, che parla dei protagonisti della politica, a partire da Grillo.
Grillo: “E’ lui che non la pensa come me”
Di Battista affronta il nodo del rapporto con l’ex “capo”, Beppe Grillo (di recente al centro delle polemiche per il caso del figlio Ciro): "Negli ultimi tempi io e Beppe non la pensiamo più allo stesso modo. 'Non sono io a pensarla come Beppe, è lui che la pensa come me'. Questa è una frase che i grillini conoscono bene. Quante volte l’abbiamo ripetuta nei banchetti quando venivano accusati di essere eterodiretti da Grillo e Casaleggio – spiega l’ex ribelle - Ebbene, oggi, se qualcuno mi chiedesse perché non sono più in sintonia con Beppe, gli risponderei: 'Non sono io a non pensarla più come lui, è Beppe che non la pensa più come me'".
L'attacco a Draghi
All’attuale premier Di Battista dedica un capitolo intitolato "Levate gli ormeggi di Stato!". L’ex M5S non usa mezzi termini e, se nel sottotitolo del libro si legge “Perché opporsi al governo dell'assembramento”, nelle pagine dedicate a Mario Draghi ecco che Di Battista ricorda il discorso che l’ex Governatore della Bce tenne nel 1992 sul Britannia, il panfilo che dal porto di Civitavecchia salpò per una minicrociera direzione Argentario: Draghi sostenne "l’opportunità delle privatizzazioni e delle dismissioni statali (…) Deregulation, libero mercato, privatizzazioni erano diventate le parole d’ordine del sistema politico mondiale. Draghi si mise in scia".
Poi Di Battista aggiunge: “Quando erano gli esponenti del Movimento 5 Stelle a scagliarsi contro il Patto di stabilità erano populisti. Ora che le critiche le muove Draghi, diventano patriottismo. Oggi Draghi stigmatizza il Patto di stabilità, dunque i parametri usciti da Maastricht. Tuttavia, fu dal Britannia in poi che non fece altro che teorizzare l’urgenza di obbedirvi”.
Di Battista su Renzi
“Pensavo, e lo penso tuttora, che tornare con Renzi fosse non solo un suicidio politico, ma anche un pessimo esempio dato alla pubblica opinione. Sarebbe significato cedere a un “ricattatore” politico professionista che, sfruttando la pandemia, ovvero la difficoltà di indire elezioni, aveva brigato per far fuori un presidente del Consiglio inviso a Confindustria e al gruppo Gedi, il gruppo editoriale che fa capo agli Elkann. «Una persona può credere alle parole, ma crederà sempre agli esempi», diceva Gianroberto Casaleggio. Opporsi a un ritorno al governo dei renziani, persino a costo di tornare all’opposizione, sarebbe stato un esempio" spiega Di Battista a proposito di Renzi, aggiungendo: “Ero disposto a digerire i voltagabbana per derenzizzare l’esecutivo".
Casaleggio, "Un secondo padre"
Il libro di Di Battista è dedicato a Casaleggio. "A Gianroberto" si legge e Alessandro Di Battista lo definisce "un secondo padre". Del cofondatore del Movimento, Di Battista ricorda anche come fosse "estremamente critico nei confronti dell’Ue e di Draghi".