Il conflitto

Israele-Gaza, la “trappola mediatica” e le bombe su Hamas. Il punto

Tel Aviv “intrappola” i miliziani palestinesi nei tunnel e bombarda. Hamas potrebbe finire le armi in una settimana. Atteso il Consiglio di Sicurezza

Israele-Gaza, la “trappola mediatica” e le bombe su Hamas. Il punto

Non c’è tregua, nella notte sono proseguiti i lanci di razzi da Gaza su Israele, che ha risposto con numerosi raid aerei, che hanno portato il bilancio provvisorio a oltre 120 vittime, tra le quali più di 30 bambini e 20 donne, secondo il bollettino delle autorità sanitarie della Striscia citate dal quotidiano Haaretz.

 

L’esercito di Tel Aviv ha confermato di aver colpito un "ufficio operativo" di Hamas vicino al centro di Gaza City, con ulteriori attacchi contro quelli che i militari hanno chiamato "siti di lancio sotterranei".


Proprio i tunnel sono stati obiettivi delle ultime 24 ore, in particolare la notte tra giovedì e venerdì quando si è scoperto che Israele ha teso una vera “trappola mediatica”, annunciando l’invasione di terra e spingendo così i miliziani a rifugiarsi nell’intricata rete di cunicoli sotterranei, poi bombardati dall’aviazione israeliana.

 

La “trappola mediatica”

Tutto era iniziato con un tweet nel quale si faceva riferimento al via alle operazioni offensive israeliane via terra, con un annuncio ripreso da tutti i media nel mondo. Solo col passare delle ore si è rivelato parzialmente falso, perché le truppe di Tel Aviv e i carri armati erano solo ammassati al confine, senza averlo superato. L’effetto, però, è stato di spingere i miliziani di Hamas a rifugiarsi nei tunnel sotterranei, poi oggetto di raid aerei israeliani.

 

Razzi su Israele anche dalla Siria

Intanto tre razzi sono stati lanciati dal territorio siriano verso le alture del Golan. Uno, difettoso, è caduto in territorio siriano, e gli altri due nel sud del Golan, nelle vicinanze del villaggio agricolo israeliano di Ramat Magshimim. Non ci sono stati danni né feriti, ma l’attacco mostra un livello crescente di offensiva, anche da territori fuori dalla Striscia di Gaza. Secondo alcuni esperti, però, Hamas potrebbe veder indebolita la propria potenza di fuoco in una settimana, per l’esaurimento del proprio arsenale.

Intanto il leader dell'Autorità Nazionale palestinese, Abu Mazen, ha chiesto l'intervento degli Usa, dopo che il presidente Joe Biden aveva esortato entrambe le parti alla calma, ribadendo però il diritto di Israele a difendersi.

 

Egitto e Onu in campo

Intanto l’Egitto ha chiesto un “cessate il fuoco” anche parziale per poter evacuare e soccorrere i feriti a ridosso del Sinai, mentre dalla Turchia arriva una dura accusa a Tel Aviv, con il presidente Erdogan che ha definito Israele “terrorista”. Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite si riunisce oggi alle 14 (le 16 in Italia) in riunione virtuale, secondo fonti diplomatiche.

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