Legge contro l’omofobia

La Lega frena ancora e congiunge il ddl Zan al testo Ronzulli-Salvini

E’ scontro in Commissione Giustizia al Senato. Per il Pd è “l’ennesima forzatura istituzionale”, Ostellari “non ci ha fatto votare sull’ordine dei lavori”.

La Lega frena ancora e congiunge il ddl Zan al testo Ronzulli-Salvini

Non si sblocca l’iter del ddl Zan in Commissione Giustizia al Senato. Anzi, di ora in ora si acuiscono le tensioni tra le forze di maggioranza. Stavolta, a creare lo stallo è l’abbinamento del testo approvato alla Camera a novembre con la proposta che il centrodestra ha tirato fuori dal cilindro solo pochi giorni fa, e che porta la firma dei senatori RonzulliSalvini , Binetti e Quagliarello. La decisione del presidente-relatore della Lega, Andrea Ostellari, di “imporre alla Commissione l’abbinamento al ddl Zan alla nuova proposta, impedendoci di votare sull’ordine dei lavori, è l’ennesima forzatura istituzionale. Ogni scusa è buona per ritardare in modo strumentale la discussione e l’approvazione di una buona legge contro l’omolesbobitransfobiamisoginia abilismo”, denuncia Monica Cirinnà, senatrice dem e segretario della commissione. Per la quale il testo Ronzulli-Salvini è “gravemente carente dal punto di vista giuridico e irricevibile dal punto di vista politico.

Un testo che crea più problemi di quanti non ne risolva e che è, assolutamente, incompatibile con il ddl Zan”. Dunque, il meccanismo si è di nuovo inceppato e a monte c’è la strategia della Lega di ostacolare in ogni modo il via libera al ddl, così come approvato in prima lettura a Montecitorio. Per il Pd quello di Ostellari è vero e proprio “ostruzionismo”. Peraltro, la nuova proposta “mette a rischio la stessa applicazione della legge Mancino, in quanto, riferendosi anche a condotte basate su etnia, nazionalità e religione, crea un pericoloso conflitto tra aggravanti” rischiando persino di “vanificarne la portata”. 

 

Ostellari replica così: “Ho applicato l’art. 51 del regolamento del Senato e quindi ho congiunto il ddl Zan con quello Ronzulli-Salvini, che saranno trattati insieme. Basta bugie e basta pretendere scorciatoie. I regolamenti esistono per tutelare anche chi non li conosce. Mi spiace per chi grida allo strappo, certificando una certa ignoranza delle regole o, peggio, la volontà di trasgredirle”. Ma se a parole i salviniani negano che possa esserci un tentativo di boicottaggio, i fatti dicono il contrario. Da quella parte di campo è arrivata persino una richiesta spropositata di ulteriori, nuove audizioni di esperti ed associazioniSettanta solo dal Carroccio. Un rischio di impasse che si aggiunge a una situazione sempre più ingarbugliata. In ogni caso, con la combinazione dei testi è molto probabile che si debba costituire un comitato ristretto per la messa a punto di un eventuale testo unificato, una sintesi difficilmente da ottenere visti i punti di partenza distanti tra le forze politiche.

 

Quello che è plausibile è che se i due testi non sono “disgiunti” i tempi si allungano ancora. Anche se il vicepresidente del gruppo Pd al Senato, Franco Mirabelli, confida nella definizione di un calendario dei lavori. Ostellari, dice, “non ha voluto votare. Verificheremo questa cosa” alla luce del regolamenti. Ora chiederemo “che vengano fissati tempi certi sia per le audizioni che per il dibattito in modo da arrivare a chiudere la discussione generale entro fine giugno e procedere con l’esame degli emendamenti”.

Ma tutto lascia supporre che un’accelerazione dei lavori sia lontana. Congiungere i due ddl conferma il tentativo del centrodestra di affossare la legge. E c’è ancora tutta la partita degli emendamenti da comporre. Chissà quanti ne presenterà la Lega insieme al partito di Berlusconi. Forti anche dell’aiuto di Fratelli d’Italia: sul ddl Zan la coalizione di centrodestra gioca compatta

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