Green Deal per il Mare

Blue Economy e obiettivi green: Ue propone piano per la transizione

Per un’economia del mare ad ecosistemi sostenibili, si va verso la decarbonizzazione: porti più verdi, energie rinnovabili e attrezzi da pesca innovativi.

Blue Economy e obiettivi green: Ue propone piano per la transizione

Nel contesto del Green Deal, la Commissione europea ha proposto una serie di azioni per guidare il processo di transizione verde dell’economia blu, dato il contributo importante che pesca, acquacoltura e attività costiere apporteranno agli obiettivi climatici e di sostenibilità dell’agenda Ue.

La Comunicazione sulla Blue Economy e le Linee Guida per l’Acquacoltura forniscono indicazioni su come beneficiare dei programmi europei che finanziano progetti di decarbonizzazione delle acque e delle coste. Vanno dalla salvaguardia degli ecosistemi marittimi e della biodiversità ambientale, e dalla protezione delle risorse ittiche alle tecniche innovative dell’acquacoltura. Non coinvolgono solo pescatori e operatori del settore, ma anche il turismo costiero, le società di trasporto marittimo, le autorità di gestione dei porti, i cantieri navali, le rinnovabili e l’alimentare.

 

Nuove Linee Guida per l’Acquacoltura 2021-2030

Nel presentare gli orientamenti di settore destinati a quanti operano nell’acquacoltura, il Commissario all’Ambiente e agli Oceani, Virginijus Sinkevicius, ha illustrato ieri come molti aspetti della proposta per l’economia blu si coniughino con quelli della strategia Farm to Fork o si intersechino con i sistemi di trasporto marittimo (nelle prossime settimane, saranno adottate nuove disposizioni per il taglio delle emissioni).

1 prodotto ittico su 4, nei 27 Stati membri, proviene dall’acquacoltura. Tuttavia, la maggior parte del consumo è coperto dalle importazioni (circa il 60% dell’offerta totale), mentre il 10% del consumo di pesce proviene dall’offerta del Mercato Unico (aumentata del 6% dal 2007, raggiungendo 1,2 milioni di t di volume delle vendite e 4,1 miliardi di euro di fatturato nel 2018). Il settore, quindi, ha un notevole potenziale di crescita, se si considera che rispetto ai numeri dell’acquacoltura mondiale, quelli europei sono inferiori al 2% nel 2018 (dati FAO).

 

 

Economia blu: 4,5 mln di occupati e 650 mld di fatturato

I dati recenti suggeriscono che l’economia del mare occupa circa 4,5 milioni di lavoratori e registra un fatturato medio di 650 miliardi all’anno. Si stima che gli investimenti in attrezzi da pesca innovativi, in tecnologie d’avanguardia e il conseguente ripristino degli ecosistemi marini creeranno nuovi posti di lavoro e aiuteranno a decollare le imprese che applicheranno politiche rispettose dell’ambiente. “La pandemia ha colpito i settori dell'economia marina in modi diversi ma profondi. Abbiamo l'opportunità di ricominciare da capo”, ha affermato Sinkevicius.

 

 

Da energia rinnovabile al riciclaggio: soluzioni di economia circolare

Un esempio concreto è il mix sostenibile di energia oceanica che includa energia galleggiante eolica, termica, delle onde e delle maree: una soluzione che, entro il 2050, potrebbe generare 1/4 dell’elettricità consumata nell’Ue. In termini di economia circolare, si applicano standard rinnovati per la progettazione degli attrezzi da pesca, ottimizzando il riciclaggio delle componenti delle navi e lo smantellamento delle piattaforme offshore. Per migliorare la salute degli stock ittici e ridurre l’inquinamento delle acque, continua l’azione di lotta all’uso delle plastiche.

La piattaforma BlueInvest, nel nuovo Fondo europeo per gli Affari marittimi, la pesca e l'acquacoltura (FEAMPA), sosterrà la transizione verso catene del valore più sostenibili per l’economia blu. Tra gli output del 2022, c’è la Relazione sull’attuazione della Direttiva Ue sulla pianificazione dello spazio marittimo, un documento che fa seguito ai relativi Piani nazionali adottati a marzo di quest’anno. Anche il Gruppo BEI metterà a disposizione risorse per intensificare le forme di cooperazione nei confronti di progetti volti alla sostenibilità dei progetti dedicati al mare. Nel definire quali investimenti sono in linea con i principi di finanza sostenibile, avrà un peso rilevante la revisione della tassonomia avviata da Bruxelles.

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