Quando mi hanno eletto al Quirinale “mi sono preoccupato perché sapevo quanto era impegnativo il compito. Ma due cose mi hanno aiutato: ho ottimi collaboratori e, soprattutto, il fatto che in Italia in base alla Costituzione non c’è un solo organo che decide, le decisioni sono distribuite. Il presidente della Repubblica deve conoscere tutti per poter intervenire con suggerimenti. Ma tra otto mesi il mio mandato termina. Sono vecchio, tra qualche mese potrò riposarmi”. Sergio Mattarella questa mattina è con gli alunni della scuola primaria Fiume Giallo di Roma, in occasione della presentazione del ‘Mio Diario’, l’agenda realizzata dalla Polizia di Stato per avvicinare gli studenti delle elementari alla legalità.
Uno di quegli incontri particolarmente graditi al capo dello Stato che ha fatto del ‘viaggio’ nel mondo della scuola e degli atenei italiani un tratto caratterizzante del suo mandato. E mentre parla i bambini di diritti e del mondo degli adulti che, qualche volta, “dimenticano” di “aiutarsi vicendevolmente”, manda anche un messaggio alle forze politiche: nessun secondo mandato. Tra 8 mesi il suo settennato terminerà, senza possibilità di un bis.
Nella scuola del quartiere Torrino il presidente dedica spazio alla “legge più importante”, ovvero “la Costituzione, che contiene molte indicazioni: l’art. 2 parla dei diritti inviolabili, subito dopo l’art. 3 di uguaglianza”. Risponde alle domande dei bambini e scandisce che “siamo tutti uguali di fronte alla legge, qualunque sia il colore della pelle o l’etnia. C’è una cosa che ci ha ricordato la pandemia, con tutti costretti a indossare le mascherine: il fondamento dei diritti è l’uguaglianza dei cittadini”. Poi ricorda quell’evento di “tanto tempo che ha contribuito alla storia del mondo e che si basava” anche sui valori della libertà e della fraternità”. Cita il celebre motto associato alla Rivoluzione francese - ‘Liberté, Égalité, Fraternité’ – e si sofferma su quanto “uguaglianza e libertà” acquistino “un valore maggiore se c'è solidarietà tra le persone”. “Aiutarsi è molto importante”, dice, “e vale anche in un grande Paese come l’Italia. Se ci si aiuta vicendevolmente si vive meglio”, ma “da grandi questo si dimentica”.
Mattarella evidenzia la grande lezione che arriva dall’emergenza sanitaria. “Vivere insieme significa che ognuno ha bisogno degli altri. Stiamo passando attraverso un’esperienza molto grave, quella della pandemia che ci costringe ad avere le mascherine. In questo anno abbiamo imparato ancora una volta che dipendiamo gli uni dagli altri”. Il presidente si sofferma su questo aspetto e coglie ancora l’occasione per trasmettere un messaggio costruttivo, insegnamenti che aiutino a infondere nei giovanissimi il senso di comunità nazionale. “Abbiamo avuto bisogno dei medici, degli infermieri, delle persone che al supermercato continuano a lavorare. Aiutare gli altri significa in definitiva aiutare se stessi”.
E poi “quando ci si aiuta non soltanto ne riceve un beneficio la persona che viene aiutata ma anche colui che aiuta”. In fondo, chiede il capo dello Stato, “che cosa desiderate a casa, a scuola? L’armonia, la serenità, andar d'accordo? Ecco, questo è quello che va fatto da bambini e da grandi”. Infine, un pensiero agli studenti e alle aule che sono tornate a riempirsi: “essere qui mi ha fatto riflettere su quanto sia importante aver riaperto le scuole”, un segno “della ripresa della vita normale in Italia”.