Sforzi corali

Sbarchi nel Mediterraneo e ricollocamento migranti: cosa fa l’Europa

Riflettori su emergenza e gestione migranti. Commissaria Johansson oggi a Roma, domani a Tunisi con Ministra Lamorgese. Draghi guarda al Vertice Ue del 24.

Sbarchi nel Mediterraneo e ricollocamento migranti: cosa fa l’Europa

Con l’inizio della stagione calda, riprendono i maxi-sbarchi di migranti che affollano i centri di accoglienza e riportano in mare le ONG attive nei salvataggi in Italia, Malta e, da ultimo, in Spagna. Riprendono piede anche i dibattiti sul problema di come gestire flussi in aumento nelle prossime settimane che porteranno a nuove richieste di asilo e risorse per fornire assistenza umanitaria. Interventi concreti placherebbero le polemiche apertesi nella capitali coinvolte sul problema del controllo delle frontiere, del principio dello Stato di Bandiera e del primo porto di sbarco.

Sono oltre 700 le vite umane perse quest’anno lungo le rotte marittime dall’Africa alle coste europee. Alla plenaria dell’Europarlamento, si è parlato del naufragio di quei 130 migranti che il 21 aprile non sono riusciti ad arrivare a destinazione. Eppure, il dibattito sembra arenarsi su posizioni divergenti su nodi che non risolvono il problema degli sbarchi clandestini, dei porti sicuri, dei blocchi navali e di quella solidarietà tra i Governi europei che faciliterebbe il meccanismo dei ridistribuzione all’interno dell’Ue del peso che grava su pochi Paesi del Sud.

Da ultimo, hanno fatto eco su media e Social le operazioni della nave tedesca Sea Eye, con a bordo 330 migranti. La tensione crescente sulla vicenda ha spinto il Sottosegretario all’Interno, Nicola Molteni, a richiamare Berlino alle proprie responsabilità su quanto accade in mare. Un appello rimasto senza seguito.

 

In tanti si chiedono cosa stia facendo l’Europa per intervenire con politiche efficaci e coadiuvare le capitali nella risposta all’emergenza profughi, in tempi in cui Bruxelles è alle prese con una pandemia che non lascia tregua. Qualcosa si sta comunque smuovendo sul fronte delle politiche Ue di gestione dei flussi migratori e del meccanismo di ricollocamento dei migranti tra gli Stati Membri.

 

Migranti a Ceuta: Bruxelles sostiene la Spagna, ma serve il patto per “politica legale”

Sostegno e solidarietà alla Spagna”, si legge nel messaggio di Charles Michel alle autorità di Madrid impegnate nella gestione dell’emergenza migranti che, dal Marocco, sono arrivati in massa all’enclave spagnola di Ceuta (circa 6.000 persone). “Cooperazione, fiducia e impegni condivisi dovrebbero essere i principi di una forte relazione tra l’Unione europea ed il Marocco”, ha scritto su Twitter. Parole simili sono quelle twittate dal Commissario Schinas, che parla espressamente di “confine spagnolo” (di Ceuta) come “confine europeo” da difendere anche con il “Patto” per una “politica di migrazione legale (basata su) accordi con Paesi terzi”.

 

 

Intese con Africa: Johansson e Lamorgese oggi a Roma, domani a Tunisi

Sul partenariato con il Marocco, Josep Borrell, Alto Rappresentante per la Politica estera, ha ripreso il discorso affrontato dalla Ministra spagnola Gonzalez Laya nel corso della video-conferenza dei capi delle 27 diplomazie Ue. “In linea con gli accordi col Marocco, molte di queste persone che sono entrate in territorio spagnolo, e perciò europeo, saranno rimpatriate”, ha spiegato Borrell. Ed è proprio di rimpatri e ricollocamenti che i leader ed i vertici europei devono trovare la quadra.

Per discutere il partenariato sulle migrazioni, oggi la Commissaria per gli Affari Interni Ylva Johansson è stata in visita in Italia al Ministro Luciana Lamorgese. Giovedì saranno entrambe a Tunisi per un vis-a-vis con il Presidente e il Primo Ministro della Tunisia. “Delle 2.100 persone arrivate a Lampedusa con 24 imbarcazioni la settimana scorsa, oltre 600 sono minori non accompagnati”, ha detto la Johansson in audizione davanti agli eurodeputati riuniti in sessione plenaria per cercare risposte al problema delle morti nel Mediterraneo. Ha anche aggiunto che urge aiutare l’Italia con i ricollocamenti dimostrando tempestiva solidarietà.

 

Da Irlanda, prima risposta di solidarietà a Italia

Il Governo di Dublino è il primo ad aver risposto all’appello lanciato dalla Commissione europea la scorsa settimana affinché i Paesi dimostrino solidarietà all’Italia nella difficile gestione dei flussi migratori. Roma continua a fare pressing su Bruxelles per non essere lasciata da sola. Ma mancano le soluzioni europee, condivise, come ad esempio la politica dei ricollocamenti dei rifugiati che arrivano agli hotspot di Lampedusa o Porto Empedocle.

 

Cosa chiede Roma all’Europa

Il Premier Draghi chiede che l’Unione riservi maggiore attenzione al Mediterraneo, stanziando anche più fondi per tutti i Paesi africani interessati alle partenze dei flussi verso l’Europa. Il Governo italiano chiede uno “sforzo corale” (sono le parole della Cartabia) puntando a futuri sviluppi da intavolare al Consiglio europeo (in presenza) del 24 e 25 maggio.

Permane lo stallo perché non c’è ancora nessuna decisione o intesa. Eppure l’Italia sta chiedendo il minimo sindacale: non un meccanismo che obblighi gli Stati ad accogliere i migranti, ma un sistema volontario di solidarietà per gestire temporaneamente la situazione d’emergenza dell’estate, in attesa che si raggiunga un accordo sul Nuovo Patto per l’Immigrazione proposto dall’Esecutivo Ue. Il messaggio è stato anche ribadito da Luciana Lamorgese al Summit con i Paesi africani a Lisbona e da Enzo Amendola durante il Consiglio Affari Generali a Bruxelles.

 

A che punto è l’Europa

Ma il tema fa fatica ottenere un trattamento prioritario nell’agenda dei 27, alle prese con le urgenze dettate dalla pandemia e l’avanzare di dossier come i brevetti sui vaccini e il green covid pass. La Commissaria Ylva Johansson ha fatto sapere che i negoziati per gli accordi in materia di asilo avanzano a rilento. Eppure Bruxelles si è data una timeline: procedere entro fine giugno all’adozione delle regole per la nuova Agenzia europea dell'Asilo (costruita sulla struttura dell’EASO con sede a Malta).

 

 

Lavoratori migranti: cosa sapere sulla Blue Card

Intanto, il Parlamento europeo e il Consiglio hanno raggiunto un accordo sulle nuove norme per l’ingresso e il soggiorno di lavoratori altamente qualificati provenienti da Paesi terzi ai sensi della revisione della Direttiva sulla Blue Card. Le condizioni di ammissione del nuovo schema sono più flessibili, ma rafforzano i diritti dando la possibilità di spostarsi più facilmente all’interno del Mercato Comune. Tra gli elementi “flessibili” dei diritti stabiliti dalla nuova carta c’è una soglia salariale ridotta da 1 a 1,6 volte lo stipendio medio annuo lordo (per essere accessibile a più persone). Anche la durata minima del contratto di lavoro sarà ridotta a 6 mesi. È contemplato anche il ricongiungimento del titolare della Blue Card con i propri familiari che lo seguiranno.

 

Navi-quarantena e turismo estivo

Insomma, il tempo stringe e, anche stavolta, sembra che l’Italia dovrà gestire (quasi interamente da sola) gli arrivi di migranti dal Nord Africa, a fronte degli sbarchi in aumento rispetto all’anno scorso e anche rispetto a due anni fa.

Inoltre, per avere vera cooperazione, serve trasparenza nella condivisione di dati e informazioni tra le autorità nazionali. È stato il Frankfurter Allgemeine Zeitung a riportare che la gran parte dei passeggeri della nave-migranti battente bandiera tedesca hanno dichiarato di provenire dalla Siria. Risulterebbe quindi che le 5 imbarcazioni intercettate in mare siano partite dalla Tunisia e dalla Libia in direzione della Sicilia. A questo si accavallano le esigenze delle riaperture di viaggi e spostamenti estivi. Alcune delle navi-quarantena italiane (che fanno parlare in Germania di “sovraccarico di migranti” in condizioni sanitarie precarie) dovranno presto tornare alla loro funzione originale: traghettare i turisti (anche europei) da un porto all’altro dei mari dell’Europa mediterranea”.

Ma anche a questo il Governo italiano deve cercare soluzioni (da solo). Ad esempio, attraverso un bando della Protezione Civile per reperire altre 4 navi-quarantena (per il periodo 1 giugno - 30 luglio) in alcune regioni target (tra cui Sicilia, Calabria, Sardegna e Friuli). Le unità devono avere da 361 a 460 cabine. Il tetto massimo di costi stimati per la fornitura del servizio è di 36.000 euro al giorno (25 euro per ospite).

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