Guerra social

Israele-Hamas, è anche “guerra social”. Verso una tregua delle armi

Si lavora a un “cessate-il-fuoco”, ma proseguono gli scontri armati, mentre il popolo del web si divide tra sostenitori palestinesi e israeliani. Ecco come

Israele-Hamas, è anche “guerra social”. Verso una tregua delle armi

Potrebbe essere vicino un cessate-il-fuoco, almeno secondo quanto fatto sapere ieri in serata da Hamas, dopo che i negoziati sono proseguiti anche nella giornata di ieri.

Ma nella notte non si sono fermati gli scontri armati, con lancio di razzi dalla Striscia di Gaza: sarebbero circa 80, più colpi di mortaio lanciati verso Israele tra le 19 di ieri sera e le 7 di questa mattina, secondo quanto riferito dalle forze di difesa israeliane (Idf).

Il 90% dei razzi, diretti verso aree popolate, sarebbero stati intercettati dal sistema di difesa missilistica Iron Dome.

 

Il pressing Usa su Israele

Intanto proseguono gli sforzi per giungere a una tregua tra Hamas e Israele, soprattutto da parte americana. Il Segretario di Stato Usa, Antony Blinken, e il ministro degli Esteri israeliano, Gabi Ashkenazi, hanno avuto un colloquio telefonico durante il quale hanno "discusso gli sforzi per porre fine alla violenza che ha causato la morte di civili israeliani e palestinesi, compresi i bambini", riferisce il Dipartimento di Stato Usa in una nota. “Gli Stati Uniti - è stato fatto sapere - si aspettano di vedere la riduzione dell'escalation sulla via del cessate il fuoco".

 

Guerra anche “social”

Secondo un sondaggio, condotto da ANSA e DataMediaHub, lo scontro armato in Medio Oriente divide anche nel mondo dei social, che comprende anche le news online, i blog e i forum). Analizzando le due parole chiave maggiormente utilizzate (“Palestine” e “Gaza”) emerge che la prima ha avuto complessivamente 17 milioni di citazioni, da parte di 1,2 milioni di autori unici, i cui contenuti hanno coinvolto (like + commenti + condivisioni) 66,1 milioni di persone. Per il termine “Gaza” invece le citazioni sono state 15,2 milioni, da parte di 910mila autori unici, i cui contenuti hanno coinvolto 72,4 milioni di persone.

 

Pro palestinesi

Il post che ha creato il maggior coinvolgimento è un tweet del 14 maggio scorso, di Zayn, account con oltre 30 milioni di follower, che recita: "Sono con il popolo palestinese. Il mio cuore soffre per le famiglie che hanno perso i propri cari. Non possiamo essere testimoni silenziosi di bambini rimasti orfani e assassinati e non rivendicare i diritti umani di tutti i palestinesi! Questo deve finire. Palestina libera". Ha ottenuto poco meno di 200mila retweet e più di 632mila like.

 

Pro israeliani

Online, dunque, prevale la condanna per le azioni militari israeliane, anche se l’analisi degli account Facebook e Instagram del premier israeliano Benjamin Netanyahu, che conta 2,6 milioni di followers, hanno generato complessivamente 1,9 milioni di interazioni, con circa 50 contenuti nella settimana dal 10 al 17 maggio. Il 62.4% di queste interazioni sono stati “mi piace” e l’11.1% “amore”. Solo lo 0.60% è stato invece di rabbia e il 0.52% di scherno (faccina che sghignazza). Un’indicazione sul gradimento da parte dei fan, dei sostenitori di Netanyahu confermata anche dalla crescita di follower: +53.700 (+2.06%) in una settimana. E' quindi evidente che Netanyahu gode del sostegno di una parte della popolazione. 

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