L’accordo sottoscritto a Roma

Global Health Summit, la Dichiarazione di Roma e il ruolo dell’Italia

Una “guida per proteggere l’umanità dalle pandemie” in nome del “multilateralismo sanitario”. Il mondo, dopo la ‘lezione’ del Covid, cerca una nuova strada

Global Health Summit, la Dichiarazione di Roma e il ruolo dell’Italia

La prima volta in assoluto di un vertice mondiale sulla Salute a cui, oltre ai leader del G20, hanno partecipato la Cina, alcuni Paesi ospiti e le principali organizzazioni internazionali: OnuOmsBanca MondialeOcseFmiUnione AfricanaFao.

L’Italia - che dal 1 dicembre 2020 è presidente di turno del forum che riunisce le 20 grandi economie del mondo – ha ospitato a Roma il Global Health Summit patrocinato con l’Unione Europea. Che si è concluso con la ‘Dichiarazione di Roma’, “una guida per i leader del mondo per proteggere l’umanità da pandemie future”. Documento di cinque pagine in cui sono sanciti 16 principi cardine per affrontare le crisi sanitarie, dopo quella causata dal Covid 19. Al centro, la tutela della “salute globale”, ma anche la “celebrazione del multilateralismo sanitario”. 

 

Mai prima d’ora i ‘grandi’ della terra avevano esplorato in tema di sanità un approccio unitario che individuasse azioni con un solo filo conduttore, qualora si presentasse una nuova pandemia. Cinque le linee guidasolidarietàequitàcooperazione internazionalebuona governance e la persona come baricentro di ogni risposta alle emergenze. Indirizzi che non possono in alcun modo prescindere dal sostegno ai Paesi poveri per la produzione e l’approvvigionamento dei vaccini. Questa è una ‘age of pandemics’, avvertono gli scienziati. Per potersi preparare ad affrontarle al meglio l’unica strada è “un’equità globale nell’accesso alle risorse”. 

 

Il tema dominante del Global Health Summit è quello dei vaccini, unica ‘arma’ per sconfiggere i virus. Ma sono essenziali due fattori: la redistribuzione solidale delle dosi a disposizione dell’Occidente in favore delle nazioni povere del mondo, e la condivisione dei brevetti per poter produrre ovunque. L’Italia lancia e sostiene “la sospensione dei brevetti”. Intanto, un primo segnale significativo arriva da Big Pharma. Di “impegni significativi” delle aziende farmaceutiche parla il premier italiano, Mario Draghi. “Queste società”, dice, “hanno impegnato anche la loro reputazione, è un passo che cambierà il panorama". Pfizer, Moderna e J&J metteranno a disposizione 1,3 miliardi di dosi di vaccini entro il 2021 senza scopo di lucro. Mentre Bruxelles a giugno presenterà all’Organizzazione mondiale del commercio, il Wto una proposta per una “terza via” che possa agevolare la “condivisione della proprietà intellettuale”. 

 

Afferma la presidente della Commissione Ue, Ursula Von der Leyen: “La Dichiarazione di Roma è un evento storico e speciale perché abbiamo tutti i Paesi del G20 impegnati con dei principi di base: il primo è il multilateralismo, il secondo è un ‘no’ molto chiaro al nazionalismo in tema di sanità. Le catene di fornitura devono essere aperte, dunque un chiaro ‘no’ ai divieti di esportazione”. Aggiunge il premier italiano: “La pandemia ha mostrato che dobbiamo superare i confini se vogliamo affrontare le sfide dei nostri tempi. Fra queste non vi è solo la pandemia, ma anche le disuguaglianze globali e il cambiamento climatico”.

Per Draghi in futuro "potremmo avere bisogno di un Trattato, di una forma più vincolante” sulla salute globale “rispetto a questa Dichiarazione di Roma”. Ma non c’è dubbio che quello di oggi è un cambio di passo che spinge il mondo verso un nuovo spirito di collaborazione, in nome della difesa della salute di uomini e donne ‘ovunque’ essi vivano. Un cammino appena nato e di cui, senza dubbio, il governo italiano è stato artefice.

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