
Dall'11 giugno andrà finalmente un scena l’europeo, che rivedrà la nazionale protagonista in un torneo, storico, dopo la delusione del mondiale di due anni fa.
Ma chi saranno le big, al di fuori degli azzurri, con le carte in tavola per vincere la coppa? Soffermiamoci prima però su un punto importante: in questi anni, le grandi europee hanno quasi sempre dimostrato di non reggere un progetto fino in fondo. Quando arrivavano le vittorie gloriose un susseguirsi di anni negativi vi sono sempre stati. Anche per noi italiani.
I leoni inglesi.
Una delle squadre che da tre anni segue una strada di giovinezza e talento, che la portano ha diventare sempre più grande. L’Inghilterra dopo le varie delusioni ha acquisito più sicurezze, grazie anche al lavoro di Gareth Southgate, un allenatore alla “Simone Inzaghi”, cresciuto come coach del U21, arrivato poi alla prima squadra con buoni inizi ai mondiali e in Nation League. La difesa rappresenta una piega ancora debole ma dal centrocampo in su c’è da aver paura.
Con un centrocampo a 5 che vede Alex Arnold del Liverpool a tutta fascia con capitan Henderson in regia accompagnato da Mount, talento del Chelsea. In avanti è talento in abbondanza con i due gioielli di Manchester sponda United, i Marcus Rashford e Greenwood.
Il terzo è solo l’esterno attuale più promettente del globo: Jadon Sancho. Da qui ai prossimi mesi i leoni varcheranno le gabbie per dirigersi verso l’Europeo.
Le Furie Rosse spagnole
Che di vittorie ne conoscono tante, europei e mondiali vinti da giocatori come Iniesta, Puyol, Raul e Xavi. Ma molte cose negli ultimi anni, dopo gli addii di queste leggende, che sino alla fine si sono dimostrati vincenti, sono andate male per loro, fino a non riuscire più per anni a ritagliarsi spazi importanti nei grandi tronfi.
La situazione inspiegabile dei giovani spagnoli che dominavano nei campionati giovanili senza però spiccare nella prima squadra. Dopo vari cambi di gestione è arrivato Luis Enrique, ex conoscenza romana, che veniva da anni complessi a Barcellona. Ha iniziato a crearsi una squadra composta da tutti i giocatori che conosceva meglio, i migliori delle “piccole”, come Merino in regia, Oyarzabal da falso nueve, e Dani Olmo da dieci puro, passando dalle critiche agli applausi.
Se ci aggiungiamo i pilastri che ancora non hanno mollato come Busquets e il fenomeno della catalogna Ansu Fati, classe 2002, questa squadra, seppur con ancora un margine di miglioramento ampio, rappresenta una grande minaccia per chi pensa di superarla con facilità.
Il ritorno del grande Belgio.
Da anni vengono etichettati come una bella squadra che non arriva a quel salto di qualità per mancanza di un progetto vero. Poi pian piano il tunnel ha iniziato ad illuminarsi. Semifinale dei mondiali 2018, dieci vittorie su dieci alle qualificazione per questi Europei e una convinzione maggiore da parte dei giocatori, che non sempre vivevano vicende serene in nazionale.
De Bruyne rappresenta il fulcro di una squadra di talenti ed esperti, tutto passa da lui, il cervello totale di ogni situazione in campo. Affiancato dal “killerrismo” del bomber nero azzurro Romelu Lukaku, più grande marcatore della storia della nazionale.
Witsel colonna del Dortmund e Tielemams del Leicester, bocciolo fiorito nell’ultima stagione sono la corazza di una squadra che tende più ad attaccare che difendere. Esterni veloci come il magico Hazard e Carrasco del Atletico, campioni indiscussi che hanno trovato un identità anche nella squadra del loro paese.
Roberto Martinez opta per una grande offensività, con molti giocatori ad inserirsi in area di rigore. Una nazionale che indubbiamente deve confermare la propria sicurezza nei prossimi mesi , crescendo, anche con i giovani ancora in fase di crescita come Alexis Saelemaekers del Milan e Jeremy Doku, classe 2002, un vero “puntero”.
Il Re tocca il cielo anche con il suo Portogallo?
Forse nessuno ci fa caso, forse sono ancora tutti fermi a sottovalutare una squadra che in queste stagioni ha dimostrato di essere a tutti gli effetti una big. Dal trionfo nell’ultimo europeo con i francesi, la squadra ha vinto la prima Nation League che si è disputata un anno e mezzo fa.
Se si legge la formazione però si capisce che l’aria di progresso non manca. Cristiano Ronaldo può sorridere, accanto a lui il cristallino Joa Félix, futuro campione, Bernardo Silva, giocatore chiave del City di Guardiola e Bruno Fernandes, ex Udinese, oggi pedina fondamentale in Premier League.
Dietro l’immortale Pepe a fare da corazza con Semedo del Wolves, terzino di spinta e Guerreiro dal sinistro devastante. Una squadra che non si è accontentata dei successi ottenuti insistendo su una crescita , continua , con vari pilastri da mentori. Molti dovrebbero imitarli, perché hanno appena iniziato a stupire.
“Les Bleus “ ancora più affamati.
Dopo la finale vinta due anni fa si continuano a confermare imbattibili. Fa sorridere pensare a questa squadra un po’ come se fosse la nostra Atalanta, confronti rispettando, una macchina da goal che non ha mai smesso di crescere. La vittoria sta nel fatto che i giovani hanno già toccato la soglia della gloria, da Mbappé prossimo pallone d’oro tra qualche stagione, alla brillantezza di Pogba, vero leader del team. Kanté è la solita macchina da recupero palloni, con il talento di Lione Aouar a seguirlo.
I terzini arrivano direttamente da chi ha alzato l’ultima Champions, Pavard e Hernandez, fratello del milanista, entrambi a Monaco di Baviera. Infine è stato richiamato anche Benzema, dopo anni di allontanamento, i francesi potranno vantare della coppia d'attacco più forte in circolazione. Deschamps può portare questa squadra ad essere continua nel vincere e nel mostrarsi sempre superiori a tutti. È chiaro, gli ultimi percorsi delle grandi vincenti sono andati male, dalla Spagna alla Germania , che si deve ancora riprendere.
Le pressioni sono tante, ma arrivano con una mentalità diversa da chi ha tentato di creare un progetto senza successi. Assimilare giovani promesse a giovani campioni, e conquistare definitivamente la gloria solitaria e assoluta. Attualmente favorita ovunque. Ma le pressioni non mancheranno, e quelle fanno brutti scherzi.