‘Bilaterale’ a Palazzo Chigi

Draghi incontra il premier libico e punta a stabilizzare il Paese

“È dovere morale della Libia assicurare il rispetto dei diritti di migranti e rifugiati”, dice. E ai Ventisette: “Serve azione determinata dell’Ue”.

Draghi incontra il premier libico e punta a stabilizzare il Paese

Rafforzare i legami con l’esecutivo libico di Abdulhamid Dabaiba e affrontare il dossier migrantiMario Draghi va subito al punto quando parla con i giornalisti insieme al primo ministro di Tripoli, dopo l’incontro di oggi a Palazzo Chigi. “La collaborazione” con l’Italia continua ad essere sempre più fertile e viva”, dice. Roma “rimane a fianco della Libia e la sostiene in questa transizione complessa”. Ma avverte: “è dovere morale oltre che interesse” del governo attuale “assicurare il pieno rispetto dei diritti di rifugiati e migranti”.

Sono passati pochi giorni dall’incontro Draghi-Macron sulla Libia. Il premier italiano continua a tessere la sua tela per una road map che porti alla stabilizzazione del Paese africano.

 

L’Italia, nello specifico, accelera anche per il controllo dei flussi migratori, senza far venir meno i corridoi umanitari. L’incontro di oggi a Roma tra il presidente del Consiglio e la delegazione libica è un ulteriore tassello di un puzzle complesso, su cui le diplomazie sono a lavoro da settimane. Il premier mira a rafforzare il ruolo dell’Italia nel quadrante  e ricucirsi da lì un nuovo protagonismo: l’obiettivo è anche arginare l’attuale influenza turca nel Mediterraneo. La situazione è in evoluzione. Un passaggio cruciale è quello della cooperazione economica per aiutare il governo transitorio a risollevare il Paese dopo anni di guerra, aggravata dalla crisi sanitaria. “Oggi si è toccata la possibilità di una collaborazione sulle energie rinnovabili, ci sono ampie possibilità”, afferma Draghi. Che pensa soprattutto all’“effettivo avvio di alcuni progetti infrastrutturali”. A partire dalla “realizzazione dell'autostrada costiera, che ha anche un valore simbolico, e al ripristino delle infrastrutture aeroportuali per la riattivazione dei collegamenti aerei, non appena gli standard di sicurezza saranno soddisfatti”.

 

In Libia operano centinaia di imprese italiane e Palazzo Chigi vuole tutelare gli interessi economici nazionali, oltre che allargare la presenza di asset strategici, adesso che il Paese è tutto da ricostruire.  L’attenzione è anche sul commercio. “Siamo tornati alle ottime relazioni bilaterali” e “vorremmo riattivare tutti i memorandum di intesa, gli accordi e aprire orizzonti per incrementare lo scambio commerciale con l’Italia”, sottolinea. Il suo esecutivo, nello stesso tempo, assicura impegno “nella lotta al Covid” e in un progetto di “cooperazione sanitaria di ampie dimensioni”. Roma porterà avanti la costruzione di ospedali e invierà personale sanitario, oltre a ricevere decine di bambini malati di cancro”.

 

Al centro del vertice, come dicevamo, anche il tema migranti, che nell’agenda di Mario Draghi è una prioritàIl problema dell’immigrazione non si risolve solo nell’area mediterranea ma andando alle radici, a dove parte l’immigrazione. Non è solo una responsabilità libica, maltese o italiana, ma comune”. Roma incalza Bruxelles. Nel prossimo Consiglio europeo si parlerà finalmente di immigrazione e l’obiettivo dell’Italia è un deciso cambio di passo delle politiche della Commissione in materia di ricollocazione e ridistribuzione dei migranti.

 

Il governo italiano - ha ripetuto più volte nelle ultime settimane il premier - non farà mai mancare l’aiuto a chi è in mare. Ma ha anche bisogno che della gestione dei flussi provenienti dal Nord Africa si facciano carico tutti gli Stati membri. “Faremo la nostra parte in termini di risorse e capacità formative, ma serve un’azione dell'Ue determinata e rapida. Al Consiglio europeo di giugno, su proposta italiana, la migrazione tornerà al centro dell’attenzione politica”. Draghi evidenzia che nel bilaterale di oggi “i temi migratori e umanitari rappresentano una priorità per l’Italia, come per Tripoli”. Sono stati presi in esame: “il controllo delle frontiere libiche, anche meridionali, il contrasto al traffico di esseri umanil’assistenza ai rifugiati, i corridoi umanitari, e lo sviluppo delle comunità rurali”. 

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