Strage di Mottarone

Stresa, Nerini: “Risarcirò le vittime”. Il punto sulle indagini

Si aggrava la posizione di Gabriele Tadini, unico a cui il gip ha convalidato il fermo, anche se ai domiciliari. Intanto Eitan inizia a mangiare da solo

Stresa, Nerini: “Risarcirò le vittime”. Il punto sulle indagini

Luigi Nerini è a casa, dopo essere tornato in libertà, ma ha fatto sapere tramite il suo legale di voler incontrare le vittime dell’incidente alla funivia Stresa-Motterone di domenica scorsa, nel quale hanno perso la vita 14 persone e da cui è uscito ferito solo il piccolo Eitan, 5 anni, che è ancora ricoverato all’ospedale Regina Margherita di Torino.

Il gestore dell’impianto è indagato, ma vuole "incontrare i familiari delle vittime, vedere le tombe di quelle persone" e "mettere a disposizione tutto quel che ho per risarcirli".

Le sue parole arrivano proprio mentre l’inchiesta potrebbe allargarsi, includendo altri indagati, e mentre il piccolo Eitan, che nell’incidente ha perso tutta la famiglia (madre, padre, fratello e bisnonni, sepolti in Israele) ha iniziato a mangiare da solo, dopo essere stato risvegliato dal coma farmacologico e mentre è assistito dalla zia paterna, dalla nonna e da una psicologa.

 

Nerini: “Mai risparmiato sulla sicurezza”

Proseguono gli accertamenti degli inquirenti sulle cause dell’incidente a Stresa, ma anche sulle responsabilità del ricorso ai cosiddetti “forchettoni”. Sul coinvolgimento del gestore dell’impianto il gip, Donatella Banci Buonamici, ha deciso per la scarcerazione di Nerini, riconoscendo che mancavano totalmente indizi a suo carico e soprattutto che non avrebbe avuto alcun interesse "economico" ad avallare la "prassi" di disattivare il freno d'emergenza per mandare avanti la funivia del Mottarone. La stagione, infatti, era appena iniziata. Lo stesso Nerini, tramite il legale, ha affermato: "Mai risparmiato, pago 127mila euro all'anno per la manutenzione".

 

Gli altri indagati

La posizione più delicata, invece, sembra essere quella di Gabriele Tadini, che davanti ai magistrati ha ammesso di aver disattivato i freni dieci volte in 15 giorni. Il caposervizio della funivia ha dichiarato che tra l’8 e il 23 maggio, il giorno dell'incidente, sono stati inseriti i forchettoni che disattivano il sistema frenante, sostenendo che Nerini e il direttore di esercizio, Enrico Perocchio (anch’egli tornato in libertà) avevano avallato la scelta. Per questo ha chiamato "in correità" i "soggetti forti del gruppo" per attenuare le sue "responsabilità" ha scritto il gip di Verbania nel convalidare il fermo di Tadini, ai domiciliari.

 

Eitan inizia a mangiare da solo

Intanto Eitan, il bambino di 5 anni unico sopravvissuto alla strage, ha iniziato a mangiare da solo. "Le condizioni di Eitan sono in significativo miglioramento, ma la prognosi rimane riservata. Per la prima volta ha cominciato a mangiare alimenti morbidi e leggeri" hanno fatto sapere fonti dell’ospedale Regina Margherita di Torino, dove è ricoverato. Il piccolo rimane in Rianimazione per precauzione.

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