
I neurologi non hanno dubbi: il nuovo farmaco, appena approvato negli Usa dalla Food and Drug Administration, l’ente del farmaco americano, rappresenta una svolta storica.
Per la prima volta negli ultimi 20 anni, infatti, è stata autorizzata una nuova terapia, che in questo caso è a base di Aduhelm, un anticorpo monoclonale.
Ecco come funziona e perché è un passo importante nelle cure contro l’Alzheimer.
Il nuovo farmaco: cos’è e come funziona
Si tratta di un anticorpo monoclonale (come quelli contro il Covid, ma specifico per l'Alzheimer), prodotto dalla Biogen, che si lega alla beta-amiloide, la proteina che si deposita nel cervello ed è responsabile delle placche che portano al decadimento cognitivo e alla neuro-degenerazione nei pazienti affetti da morbo di Alzheimer. Una volta “agganciata” la proteina, la porta via o ne riduce sensibilmente la presenza.
Rappresenta una novità assoluta, perché per la prima volta non ci si limita a curare i sintomi, ma si agisce sulla causa, o quanto meno sul quella principale. L’Alzheimer è una malattia complessa, a cui sono associate diverse altre proteine, ma sicuramente il ruolo determinante è giocato dall’amiloide. Per questo il nuovo farmaco potrà essere fondamentale, secondo gli esperti.
La cura con l’Aduhelm consiste in una iniezione al mese per via endovenosa che, come dimostrato dalle ricerche, contribuirebbe a rallentare il declino cognitivo dei pazienti, soprattutto nelle fasi iniziali.
Quando è efficace
L’FDA ha approvato il farmaco con terapia d’urgenza, di fronte ai risultati dei test clinici che mostrano che è un grado di ridurre la progressione della malattia. L’ente regolatore ha chiesto, però, anche ulteriori test clinici all’azienda produttrice.
Gli studi condotti finora sui pazienti con i primi sintomi, come perdita di memoria e difficoltà nel ragionamento, hanno mostrato una riduzione delle placche stesse. Il farmaco è molto efficace nelle fasi iniziali della malattia, per evitarne la progressione.
Quando arriverà in Italia?
Dopo il via libera dell’FDA, si dovrà attendere quello dell’Ema, l’agenzia europea del farmaco, e dell’Aifa, l’equivalente italiano.
Nel mondo sono 50 milioni le persone che si stima abbiano l’Alzheimer, 600 mila in Italia, ma complessivamente sono oltre 1,2 milioni i soggetti affetti da demenza.
Ma perché il nuovo farmaco sia efficace, occorrerà poi rendere più accurate le diagnosi: oggi su 10 pazienti con decadimento mentale e neurodegenerativo, solo 5 o 6 hanno l’Alzheimer.