La sfida per il colle Capitolino

Roma rovina le intese tra Pd e Cinquestelle, Raggi e Calenda sperano

Conte sostiene la sindaca, Letta tifa Gualtieri mentre Michetti per ora fa il piacione in una campagna elettorale che certo non appassiona la città.

Roma rovina le intese tra Pd e Cinquestelle, Raggi e Calenda sperano

C’è chi è ancora troppo diplomatico, chi è pronto a duellare, chi prova ad inserirsi in un dibattitto da cui rischia di rimanere escluso. A Roma i partiti scaldano i motori di una campagna elettorale che sta entrando nel vivo. Dopo le primarie del 20 giugno e l’incoronazione del candidato di centrosinistra – senza dubbio il dem Roberto Gualtieri–ai nastri di partenza ci saranno Pd, M5S, Azione e il centrodestra che riunisce Fi, Fdi e Lega.

 

Ad accendere subito lo scontro ci pensa il segretario dem, Enrico Letta. “Il Pd dà un giudizio molto negativo su come è stata amministrata Roma in questi 5 anni, noi ci proponiamo per il cambiamento e Gualtieri è l'uomo giusto. Sono fiducioso che il risultato sarà positivo per lui”. Il leader del Nazareno non perde tempo e controbatte all’appello di Giuseppe Conte per sostenere Virginia Raggi.

L’ex direttore dell’Istituto di studi politici di Parigi non ha dubbi: il “candidato migliore per una città che deve voltare pagina” è l’ex ministro dell’Economia. Quanto al centrodestra e al nome civico di Enrico Michetti, si mostra perplesso: “Dopo cinque giorni non ho ancora capito la logica della scelta del centrodestra, poi sono scelte loro, ‘nulla quaestio’”. Parla a Radio Immagina Letta e sottolinea l’importanza della mobilitazione popolare “per dare il senso di partecipazione”. Le primarie “sono il prodromo della miglior scelta e del fatto che vogliamo governare con il popolo”. 

 

Resta invece su toni molto concilianti - almeno per il momento - il ‘tribuno’ di Radio Radio e avvocato amministrativista che Meloni, Salvini e Tajani hanno voluto per la sfida capitolina. Intervenuto nel corso della trasmissione radiofonica ‘Un giorno da pecora’, alla domanda con chi andrebbe a cena, se con il candidato Pd o con la sindaca uscente, risponde: “con entrambi”. Roberto Gualtieri e Virginia Raggi “per me non sono avversari o nemici, sono colleghi”, dice. Nemmeno su un possibile slogan per la corsa a Palazzo Senatorio si sbilancia: “al centro non c'è solo Michetti, al centro c'è Roma. Ma potrebbe essere ‘vota Michetti e faremo i giochi perfetti’”. In ogni caso, riferendosi alla sua candidatura afferma che c’è “entusiasmo” e spera “davvero che la gente vada a votare perché sarebbe una soddisfazione per tutti i candidati”.

Tutt’altro che accomodante il candidato di Azione, Carlo Calenda: “Sinistra, destra e 5S non hanno prodotto una pagina di programma su Roma”, accusa. “Michetti, Gualtieri e Raggi sono sostenuti dalla classe dirigente che ha bloccato Roma negli ultimi 15 anni. Nessuno di loro era la prima scelta dei rispettivi partiti. Altro che caput mundi”. 

 

In casa cinquestelle, intanto, si ostenta ottimismo. Dopo l’assist che gli ha servito da Lucia Annunziata l’ex premier e futuro leader del Movimento, la sindaca non si lascia scappare l’occasione: “Conte è stato molto chiaro e credo che insieme a lui si possa fare una buona campagna elettorale per RomaPossiamo tornare a vincere in questa città, per portare avanti il progetto iniziato in questi cinque anni, in modo da completare quanto già avviato”.

Raggi spera ancora in un recupero di consenso, giocando la carta del secondo mandato per terminare il lavoro ‘mancato’ nei primi cinque anni. Una scommessa audace in cui nemmeno i 5S credono più di tanto. Piuttosto, è verosimile che staff della sindaca e grillini romani siano già proiettati sul secondo turno, quando in cambio dell’appoggio a uno dei contendenti finali presenteranno le loro richieste.

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