Fumata bianca per PAC “verde”

PAC, Consiglio Agricoltura: raggiunto accordo su pacchetto riforma

Ministro Patuanelli a Lussemburgo per Consiglio Agrifish che ratifica la “quadra” trovata sotto la Presidenza portoghese. Ecco i dettagli sui Regolamenti.

PAC, Consiglio Agricoltura: raggiunto accordo su pacchetto riforma

Siamo confidenti che ciò sia possibile”, aveva dichiarato il Ministro per le Politiche agricole, Stefano Patuanelli, sul lungo percorso di ricerca dell’intesa sulla riforma della Politica Agricola Comune (PAC).

 

Così è stato confermato dalla fumata bianca che, da Bruxelles, ha segnato un importante traguardo per il futuro dell’agricoltura europea: l’accordo politico provvisorio, raggiunto venerdì scorso, tra i negoziatori dell’Ue (Europarlamento, Commissione e Consiglio) che entrerà in vigore a partire dal 2023. “Sostengo decisamente il compromesso raggiunto” dal supertrilogo, ha detto il Ministro Patuanelli.

 

Obiettivo-PAC raggiunto all’Agrifish di Lussemburgo

Oggi a Lussemburgo, il Consiglio europeo dei Ministri dell’Agricoltura (AGRIFISH) segna il passaggio formale di una svolta che apporta novità importanti soprattutto per Paesi come l’Italia e che ha impegna il Ministro Patuanelli in una 2-giorni, l’ultima riunione dei Ministri competenti per la PAC sotto la Presidenza di turno del Portogallo. 

 

L’esito del tour-de-table dei 27 sono le conclusioni con cui chiedere alla Commissione europea di completare e condividere uno studio sugli agenti di controllo biologico.

 

Infatti, si apprende che sia stata proprio l’Italia, assieme a Spagna e Francia, a sollecitare l’Esecutivo Ue affinché fosse anticipata a quest’anno (per non rimandare al 2022) la proposta di accordo sulla riforma in cui ha peso anche la relazione sui livelli massimi dei residui dei pesticidi nei prodotti importati.

 

A tenere alta l’attenzione sul budget e il focus dei dossier caldi delle politiche agricole proposte da Bruxelles sarà comunque l’accordo di “compromesso” tra le istituzioni e le norme che regolano la nuova PAC. Eco-schemi e lavoro solo alcuni dei punti-chiave del documento.

 

Patuanelli su “punti d’equilibrio” del compromesso

Sull’importanza della dimensione della riforma, il Ministro Patuanelli (triestino e sportivo) si è espresso con una bella metafora. “Quando si nuota non si sa mai quanto sia grande il mare in cui stiamo nuotando, perché lo vediamo dal mare (...). Con il tempo saremo in grado di capire che è un momento storico (il pacchetto completo di riforma della PAC), uno dei egli elementi centrali sui cui è nata l’Europa”.

 

Parlando dei “punti di equilibrio” della proposta, ha precisato che resta un “piccolo rammarico” (anticipato all’incontro dei Ministri a Lisbona) su quello che doveva essere il “principio della semplicità” ossia – ha spiegato Patuanelli – “dare risorse semplici ai produttori e agli agricoltori”, nonostante l’ardua impresa di mettere assieme e soddisfare tutte le istanze.

 

Forse, l’esigenza del compromesso ha reso troppo complicato” la partita complessiva di definizione della nuova PAC - ha continuato - ringraziando il Commissario Janusz Wojciechowski per l’impegno profuso. “Abbiamo difficoltà a apire quale impatto avrà per le Pmi” italiane.

 

Ha poi concluso ribadendo la grande soddisfazione (per l’intesa nel complesso) e per i risultati raggiunti nel settore vitivinicolo accennando alla roadmap da intraprendere anche per combattere la concorrenza sleale e politiche più efficaci per la valutazione della politica di coerenza dei Piani strategici con la nuova PAC per i prossimi 5 anni.

 

 

PAC post-2023 più verde ed equa

Al mondo agricolo (come a quello istituzionale) si chiede sia maggiori ambizioni climatico-ambientali (in linea con gli obiettivi del Green Deal e della Farm2Fork), sia più condizionalità sociali, se si guarda ad esempio alle esigenze delle piccole gestioni familiari e dei giovani agricoltori (under 40).

 

3 Regolamenti del nuovo pacchetto

La riforma ruota attorno a 3 Regolamenti: quello dell’Organizzazione Comune dei Mercati, il Regolamento orizzontale e quello sui Piani strategici collegati ad un Regolamento transitorio trasmesso (2020) per posticipare l'entrata in vigore della nuova PAC dal 2021 al 2023 e affinché decorra fino al 2027.

 

I punti chiave coprono i pagamenti diretti (10%) e interventi di sviluppo rurale mirati attraverso una programmazione strategica. La nuova “architettura verde” fa leva su parametri di sostenibilità che gli agricoltori devono rispettare e su misure volontarie complementari nel quadro di entrambi i pilastri (gli eco-schemi) basate sul cosiddetto new delivery model (riferire regolarmente a Bruxelles sui progressi compiuti).

 

Ogni azienda agricola dovrà destinare almeno il 3% dei seminativi alla biodiversità e agli aspetti non produttivi, con la possibilità arrivare al 7% con un sostegno aggiuntivo nell’ambito dei regimi ecologici. Tutte le zone umide e torbiere saranno protette. Inoltre, la nuova PAC destina più terreni agricoli alla biodiversità, ricompensando quanti si impegnano negli obiettivi di neutralità climatica facendo con sforzi ulteriori per la salvaguardia della natura. Il che si traduce anche in più finanziamenti alle piccole aziende agricole e ai progetti di green economy.

 

Un pacchetto legislativo che “non è perfetto, ma è comunque un grande passo”, ha commentato il VP della Commissione europea, Frans Timmermans, che si somma agli aiuti previsti per sostenere la ripresa e superare la crisi post-lockdown. Nel testo discusso ai tavoli di Lussemburgo si sono anche affrontati i criteri per garantire maggiore trasparenza su come vengono spesi i fondi dell’Ue.

 

Per il Governo di Roma, urgeva in questi mesi arrivare all’ok definitivo dall’Ue. “Non possiamo pensare di tenere ancora appesi da un lato le Regioni, dall’altro soprattutto gli agricoltori del nostro Paese, che devono avere certezze”. Così affermava Stefano Patuanelli, qualche settimana fa, ad un evento promosso dall’Emilia-Romagna, sul futuro della PAC e del PSR di transizione. E continuava, spiegando che per fare investimenti, gli agricoltori italiani devono disporre di un chiaro quadro normativo deciso dall’Europa.

 

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