Ritorno a scuola

Vaccinazioni, Miozzo: “L’insegnante che rifiuta non va in classe“

Presa di posizione dell’ex coordinatore del CTS e consulente del ministro dell’Istruzione, Bianchi. Cosa potrebbe accadere al ritorno a scuola a settembre

Vaccinazioni, Miozzo: “L’insegnante che rifiuta non va in classe“

Dopo il personale sanitario – medici e infermieri – i primi a essere immunizzati sono stati che gli insegnanti.

 

Oggi l’85% dei docenti ha completato il ciclo vaccinale, ma ci sono ancora zone d’Italia, come Sicilia e Sardegna, dove la percentuale è sotto il 50%: significa che un insegnante su due (o personale ATA) non ha ricevuto le due dosi, soprattutto per rifiuto da parte del personale stesso.

 

Da qui la presa di posizione di Agostino Miozzo, ex coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico e già consulente del ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, che in una intervista su La Stampa si è detto favorevole all’idea dell’obbligo di vaccinazione: “Premetto che io sarei per un obbligo generalizzato, ma mi rendo conto che ora non è applicabile, per una questione di disponibilità dei vaccini e di problemi creati, in tema di vaccinazioni, soprattutto a livello comunicativo. Credo che in questa fase serva una forte moral suasion verso i reticenti, ma che in prospettiva si debba andare verso l’obbligo di vaccinazione per chi sta a contatto con gli studenti. Se hai la possibilità di vaccinarti e ti rifiuti, non puoi andare in classe”.

 

Scuola a settembre: tornano i doppi turni?

Ma a tenere banco è anche il possibile obbligo di vaccinazione per gli studenti, almeno dai 12 anni su. Se l’imposizione del vaccino appare un’ipotesi difficile, di sicuro si sta discutendo di un possibile ritorno in DAD nel caso in cui i giovani non siano sufficientemente immunizzati.

 

Lo stesso Cts, riunitosi qualche giorno fa, ha annunciato l’esigenza di individuare fin da ora le misure da applicare per gli istituti scolastici a seconda che si trovino in zona bianca, gialla, arancione o rossa. L’idea è che si possa ricorrere nuovamente ai cosiddetti “doppi turni”, cioè con entrate e uscite scaglionate in almeno due orari.

 

Il vero nodo, però, riguarda la vaccinazione.

 

Studenti, vaccinazione sì o no?

A preoccupare è la variante Delta, insieme alla considerazione che sono pochi i ragazzi tra i 12 e i 16 anni che si sono vaccinati finora: 136mila (il 2,94%) hanno completato il ciclo, mentre in 746.702 hanno ricevuto la prima dose (pari al 16,14%). Numeri maggiori si sono registrati tra i 18 e 19enni, cioè tra i maturandi, che però hanno lasciato il sistema scolastico superiore.

 

A rallentare le somministrazioni è stato sicuramente lo stop ad AstraZeneca e Johnson&Johnson per gli under 60, ma l’obiettivo di arrivare all’80% della popolazione immunizzata a settembre, indicato dal Generale Figliuolo, appare lontano se non aderiranno alla campagna anche i giovani.

 

Regioni in ordine sparso

Al momento a ipotizzare un ingresso a scuola in presenza solo per gli studenti vaccinati è stato l’assessore all’Istruzione della Regione Emilia Romagna, Donini, mentre in Puglia l’assessore alla Sanità, Lopalco, ha fatto sapere che “la vaccinazione a tutti gli studenti” si potrà svolgere solo a partire dal 23 agosto. Slitta, invece, la campagna per i ragazzi tra i 12 e i 16 anni nel Lazio, a causa della mancanza di circa 100 mila dosi di Pfizer, che ha spinto a sospendere le prenotazioni.

 

In questo contesto, come riferisce La Tecnica della Scuola, è probabile che la ripresa dell’anno scolastico a settembre avvenga con le stesse modalità di un anno fa, dunque con un possibile ricorso alla DAD, come confermato dal virologo Carlo Federico Perno, direttore dell’Unità di microbiologia dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma: “Se l’estate sarà un tana libera tutti come l’anno scorso, accoppiata al rallentamento della campagna vaccinale e a un’espansione della Delta, mi aspetto che in autunno avremo una recrudescenza di infezione”.

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