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Vaccini covid: quanto sono efficaci contro le varianti? Dati e esperti

Ci sono dati contrastanti e soprattutto differenziati a seconda del tipo di siero. Preoccupa la variante Delta: i vaccini disponibili la contrastano?

Vaccini covid: quanto sono efficaci contro le varianti? Dati e esperti

“Siamo al corrente delle preoccupazioni poste dalla variante Delta e dalle altre varianti” ma “al momento tutti i vaccini approvati nell’Unione europea sembrano efficaci nel proteggere da tutte le varianti virali in circolazioni nell’Ue”.

Le parole sono di Marco Cavaleri, responsabile della strategia vaccinale dell’Ema, l’Agenzia europea del farmaco.

L'intervento di Cavaleri arriva in un momento di confusione proprio sulla reale efficacia dei vaccini a disposizione, nei confronti delle principali varianti del virus Sars-Cov2.

 

Le maggiori apprensioni riguardano la variante Delta, anche perché da Israele sono invece arrivate indicazioni differenti circa l’efficacia del vaccino Pfizer.


Alcuni esperti, poi, temono che la strategia vaccinale possa non raggiungere l’obiettivo di fermare la pandemia e non fermi la circolazione del coronavirus, col rischio della diffusione di nuove varianti del tutto resistenti ai vaccini.

Ecco il punto sulle principali posizioni e sui dati finora emersi dalle rilevazioni.

 

Ema: “Vaccini efficaci contro le varianti”

“Le prime evidenze scientifiche indicano che due dosi del vaccino sono protettive nei confronti della variante” ha spiegato Marco Cavaleri nel corso della conferenza stampa dell’Agenzia europea per i medicinali.

 

La stessa Ema ha comunque richiesto "a tutti gli sviluppatori dei vaccini (approvati nell’Ue, NdR) di investigare se i loro vaccini sono efficaci contro le varianti in circolazioni e tutti gli studi saranno sottoposti alla revisione dell’Ema per verificare il livello di protezione che i vaccini possono offrire contro le nuove varianti”.

 

Vaccinazione eterologa: sì o no?

Uno dei nodi riguarda anche l’efficacia della cosiddetta “vaccinazione eterologa” o “mix vaccinale”, ossia la possibilità di utilizzare un vaccino diverso per la prima e la seconda dose. In particolare è la strategia adottata già da diversi Paesi europei, come Spagna, Francia e Germania, ma anche Regno Unito, con il passaggio da AstraZeneca a vaccini a rna, dopo le sospensioni del primo siero o le raccomandazioni alla sola fascia d’età degli over 60.

 

Cavaleri ha spiegato che "è storicamente provato come la vaccinazione eterologa sia efficace e ha una solida base scientifica” e anche se “l’Ema non è nella posizione di dare una raccomandazione definitiva sull’uso di due vaccini diversi, studi preliminari condotti in Germania e Spagna indicano che non ci sono rischi per la sicurezza e che tale vaccinazione è efficace”.

 

La variante Delta e la Delta plus

“Ci aspettiamo che emergano altre varianti, quindi è molto importante che si continui con il monitoraggio e la sorveglianza sull’efficacia dei vaccini” e oltre alla variante Delta ‘classica’ “è già emersa la Delta plus, che è la Delta con un’ulteriore mutazione nella proteina spike, che dobbiamo tenere sotto controllo” ha aggiunto Cavaleri.

 

Israele, “Variante Delta diminuisce l’efficacia di Pfizer”

Preoccupano, però, i dati in arrivo da Israele, dove crescono i contagi. Secondo il ministero della Salute israeliano, l'efficacia del vaccino Pfizer contro il coronavirus è diminuita del 30% proprio a causa della della diffusione della variante Delta. Per il ministero, il vaccino messo a punto dalla Pfizer-BioNTech contro il Covid-19 è ora efficace al 64%. A maggio, quando la variante diagnosticata per la prima volta in India era meno diffusa, il vaccino era efficace al 94,3%.

 

J&J efficace contro la Delta

Intanto arrivano indicazioni da Johnson&Johnson sulla efficacia del proprio siero contro la variante Delta. Secondo l’azienda produttrice il farmaco "ha generato un'attività forte e persistente contro la variante Delta in rapida diffusione e altre varianti virali del virus SARS-CoV-2 altamente prevalenti". "I dati – prosegue J&J - hanno dimostrato che la durata della risposta immunitaria si è protratta per almeno otto mesi, il periodo di tempo valutato fino ad oggi".

 

Le due sintesi dello studio in pre-pubblicazione sono state presentate a bioRxiv e riguardano una nuova analisi di campioni di sangue ottenuti da un sottoinsieme di 8 partecipanti allo studio ENSEMBLE di Fase 3. Il vaccino a dose singola contro il Covid-19 di Johnson & Johnson è risultato efficace all'85% contro le forme gravi/critiche della malattia e ha dimostrato una protezione completa contro l'ospedalizzazione e la morte. Il vaccino sarebbe efficace in tutte le aree geografiche studiate a livello globale, anche in Sudafrica e in Brasile, dove c'era un'alta prevalenza delle varianti Beta e Zeta (P.2) che stavano emergendo rapidamente durante il periodo dello studio.

 

"Crediamo che il nostro vaccino offra una protezione duratura contro il Covid-19 ed eserciti un'attività neutralizzante contro la variante Delta. Questo dato si aggiunge ai precedenti dati clinici che dimostrano la capacità del nostro vaccino a dose singola di proteggere contro molteplici e preoccupanti varianti" ha detto Paul Stoffels, M.D., Vice Presidente del Comitato Esecutivo e Chief Scientific Officer di Johnson & Johnson.

 

Crisanti: “Condizioni per la resistenza a tutti i vaccini”

Meno ottimista, invece, il microbiologo Andrea Crisanti che, in una intervista a La Stampa, ha dichiarato: “Non siamo sulla buona strada per l'uscita dalla pandemia, anzi continuando così stiamo creando il terreno per una nuova variante del tutto resistente ai vaccini".

 

“La protezione con la doppia dose cala dal 94 al 64%" come segnala uno studio israeliano secondo cui anche il vaccino Pfizer sarebbe meno efficace, quindi per l’esperto occorre vaccinare il maggior numero di soggetti, perché “per i non vaccinati si fa dura, perché sono più esposti al virus. Per i vaccinati invece resta importante mantenere le misure di sicurezza, perché esiste la possibilità di reinfettarsi" e "per questo bisogna vaccinarsi tutti il più in fretta possibile, ma raramente può accadere di ammalarsi comunque".

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