Alleati ai ferri corti

Il centrodestra e quell’asse che si è rotto tra Giorgia e Matteo

Meloni: “Regole saltate, candidatura Occhiuto da valutare”. Salvini: “Una poltrona in Rai non vale la coalizione”. Intanto Malan lascia il Cavaliere per FdI

Il centrodestra e quell’asse che si è rotto tra Giorgia e Matteo

La guerra di posizione è cominciata già da qualche giorno. Precisamente da quando la Lega e Forza Italia hanno lasciato fuori dal Consiglio di Amministrazione della Rai il rappresentante di Fratelli d’Italia. Il segnale che si fosse aperta una crepa più profonda rispetto ai bisticci degli ultimi mesi è arrivato venerdì. Quando Giorgia Meloni ha dato forfait alla presentazione a Milano del candidato sindaco del centrodestra, Luca Bernardi. Ma da oggi le dichiarazioni della presidente di Fdi si sono fatte più esplicite e su fronti diversi.

 

L’annuncio in conferenza stampa che il senatore Lucio Malan - da più di 25 anni in Forza Italia - lascia Berlusconi per approdare nel partito della Meloni è solo una delle carte giocate dalla leader della destra radicale. La quale parte all’attacco a partire dalla scelta del candidato alla guida della Giunta regionale della Calabria: la “candidatura di Roberto Occhiuto alla presidenza della Calabria è frutto di una delle regole che sono saltate e quindi va fatta una valutazione su quale sia il candidato più competitivo”. L’accordo sul deputato di Forza Italia, dunque, non sta più in piedi.

 

E la ragione è tutta nella ‘rottura’ che si è verificata sul Cda della televisione di Stato. Lo dice chiaramente l’ex ministra della Gioventù: “I membri del Cda Rai sono scelti dai partiti, non dal governo. Le forze politiche si devono assumere la responsabilità di una roba senza precedenti. Non è mai accaduto che l’opposizione non fosse rappresentata nel servizio pubblico. Non ne faccio una questione di poltrone, ma di tenuta delle istituzioni”. Brucia troppo l’esclusione di Gianpaolo Rossi dal tandem che avrebbe dovuto rappresentare il centrodestra.

Salvini e Berlusconi oltre che per Igor De Biasio, in quota Lega (la cui riconferma era scontata), alla fine hanno optato per Simona Agnes facendo mancare i voti per il candidato di Fratelli d’Italia. Il leader del Carroccio ribatte: “Mi rifiuto di pensare che una poltrona in Rai valga il centrodestra e il cambiamento, perché il pluralismo sarà garantito con o senza posto in Consiglio di amministrazione”. Stessa linea in Forza Italia dove alcuni esponenti parlano di “rappresaglia militare” per l’incarico mancato a viale Mazzini.

 

Dal canto suo, Meloni ribadisce di credere nel centrodestra. “Quello che voglio capire è se ci credono anche gli altri, perché sono accadute troppe cose che mi fanno temere. A questo punto”, aggiunge, “non si capisce cosa stia accadendo e il dubbio che si lavori per farci perdere la pazienza”. Ma più che a minare la tranquillità della presidente di Fdi, il Capitano punta a sgretolarne le ambizioni per la leadership nella coalizione. Quella sul consigliere Rai è una delle sue prove di forza per sfiancare l’alleata-avversaria e prendersi la rivincita per il caso Copasir.

 

Un lento conflitto in cui anche le prossime elezioni amministrative hanno un ruolo importante e offrono occasioni per prendere le distanze. Sulla scelta del candidato sindaco del centrodestra a Bologna Fratelli d’Italia incalza: “non si può continuare a traccheggiare, perché è un città che merita di avere un candidato, di fare la sua campagna elettorale. Per noi Battistini va bene e quindi si chiuda. Basta perdere tempo che non stiamo perdendo noi ma gli altri”. Ogni riferimento è a Salvini e Berlusconi.

COPYRIGHT THEITALIANTIMES.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA