Le misure per la ripresa

Recovery Plan, ok definitivo del Senato a governance e semplificazioni

L’Istat: cresce la fiducia delle imprese e dei consumatori. Intanto su licenziamenti e ammortizzatori sociali la Cgil chiede un incontro al premier

Recovery Plan, ok definitivo del Senato a governance e semplificazioni

È legge il sistema di governance del Recovery Plan insieme alle norme introdotte per la semplificazione e lo snellimento delle procedure amministrative. Dopo quello della Camera il sì definitivo del Senato alla conversione del decreto legge è arrivato con la blindatura del voto di fiducia. Dunque, nessuna modifica è stata apportata al provvedimento rispetto a quelle introdotte nel corso del primo passaggio parlamentare, che pure ha quasi raddoppiato il numero di articoli previsto inizialmente. 

 

Dalla cabina di regia all’accelerazione degli iter burocratici – in materia di contratti pubblici, procedure di Valutazione di impatto ambientale, infrastrutture e trasporti – la nuova legge prevede anche l’utilizzo, reso più agevole, del superbonus del 100% e un maggior coinvolgimento del Parlamento nel monitoraggio del Piano di ripresa. Non mancano novità di rilievo per il Sud Italia. Da sottolineare che il 40% delle risorse complessive che verranno impiegate per le opere e i progetti sarà destinato alle regioni meridionali.

Di “risultato senza precedenti per il Mezzogiorno” parla la ministra per il Sud e la Coesione territoriale, Mara Carfagna. La quale mette in evidenza che “la semplificazione dei Contratti Istituzionali di Sviluppo, principali strumenti di intervento per la realizzazione di infrastrutture e progetti interregionali, è un altro punto significativo del provvedimento” perché “riattiverà un meccanismo usurato dall’eccesso di burocrazia”. Inoltre, con le misure adottate è confermata “l’intenzione seria e concreta” del governo “di aggredire le diseguaglianze territoriali italiane”.

 

Sul fronte dell’economia e della ripresa si registrano intanto i nuovi dati Istat sulla fiducia delle imprese, che migliora raggiungendo il valore più elevato di tutta la serie storica, cioè da marzo 2005. Continua a salire anche la fiducia dei consumatori registrando il massimo da settembre 2018. Il primo - secondo l’Istituto statistico nazionale - è salito a luglio da 112,8 a 116,3, il secondo da 115,1 a 116,6. Quello che è messo in evidenza è che “servizi registrano un rialzo marcato della fiducia superando decisamente i livelli precedenti la crisi”. Segnali che rappresentano un’iniezione di ottimismo per il Paese e che diverse associazioni di categoria, da Confcommercio a Confesercenti, fino al Codacons in rappresentanza dei consumatori – salutano come “importante per la ripresa”. Ma invitando allo stesso tempo l’esecutivo a mettere in atto interventi che, sfruttando questi dati positivi, aiutino chi è più in difficoltà. 

 

Intanto su pensioni e licenziamenti non sembra aver fatto grandi passi avanti l’interlocuzione tra ministero del Lavoro e sindacati. A intervenire sull’argomento questa mattina il segretario nazionale della Cgil, Maurizio Landini.  Il confronto sulle pensioni con il ministro Andrea Orlando “è iniziato” ma “non abbiamo ancora risposte”, ha detto. “Noi vogliamo poter discutere anche di una seria riforma degli ammortizzatori sociali e della riforma fiscale”.

Landini fa sapere di “aver scritto nei giorni scorsi al presidente del Consiglio Draghi” e “chiesto un incontro per verificare l’intesa contro i licenziamenti e per discutere dei processi di riorganizzazione”. Il numero uno della Cgil avverte: “se il governo dovesse decidere di andare avanti senza tener conto delle nostre posizioni o le imprese dovessero decidere di procedere in altro modo, è chiaro che non abbiamo intenzione di stare con le mani in mano”.

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