Pace con il Fisco

Riforma Riscossione, proposta Mef: cancellazione debiti dopo 5 anni

Riforma del sistema di Riscossione in Parlamento. Mef, Agenzia Entrate e Riscossione per la cancellazione automatica dei debiti non riscossi dopo 5 anni

Riforma Riscossione, proposta Mef: cancellazione debiti dopo 5 anni

Sotto i riflettori la Riforma del sistema di Riscossione, presentata in Parlamento dal Ministero dell’Economia, Daniele Franco. Il testo, però, non è stato redatto dal Tesoro ma direttamente dall’Agenzia delle Entrate e dall’Agenzia della Riscossione (AdeR).

 

Il titolare del dicastero di Via XX Settembre ha dato fiducia agli enti guidati da Ernesto Maria Ruffini girando il documento così com’era alle commissioni Bilancio e Finanze.

 

Sotto la lente la proposta relativa alla cancellazione automatica dei ruoli non riscossi dopo un determinato periodo di tempo (forse 5 anni), dopo il condono fino a 5 mila euro varato con il Decreto Sostegni.

 

Nel magazzino ex Equitalia 1.000 miliardi di crediti non riscossi

Il magazzino ex Equitalia è pieno di crediti non riscossi, pari a circa 1.000 miliardi di euro, il 40% dei quali recuperabili. Per evitare l’accatastarsi di altre cartelle esattoriali l’Agenzia delle Entrate, supportata dal ministro dell’Economia, propone la cancellazione dei debiti dopo un certo periodo di tempo. Questa misura, però, rischia di far diventare un condono permanente.

 

Servono al contempo strumenti più incisivi da affidare all’Agenzia delle Entrate per la riscossione, come l’accesso all’Anagrafe dei conti correnti al fine di pignorare i soldi in banca dei 18 milioni di italiani indebitati con il Fisco e quello alla Banca dati fatturazione elettronica.

 

Riforma Riscossione, Visco: “rischio sanatoria implicita”

Critico l’ex ministro delle Finanze, Vincenzo Visco, che definisce il documento giunto in Parlamento sulla Riforma della Riscossione come “un testo difensivo e poco efficace”. “L’amministrazione fiscale punta evidentemente a mettere al sicuro la dirigenza delle agenzie rispetto a carenze delle loro attività passate, tutelandosi da eventuali contestazioni della Corte dei Conti. Il magazzino è indispensabile, è chiaro. Ma bisognerebbe esser sicuri di non trascurare alcuna possibilità di recupero, anche nei casi in cui per esempio le società utilizzano l’interposizione fittizia per risultare nullatenenti. Il rischio è che nella fase di transizione ci sia di fatto un’altra sanatoria implicita”, sottolinea l’ex ministro ricordando che “in generale, questo Paese le tasse non le vuole far pagare”.

 

Piovono critiche anche sulla Riforma fiscale: nel documento delle Camere “tutte le questioni delicate sono ignorate ed emerge solo la volontà di ridurre le tasse a imprese e banche”.

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