Quadro inquietante

Comune di Foggia sciolto per infiltrazioni mafiose, decisione del CdM

Commissariato il Comune di Foggia per infiltrazioni mafiose. È il secondo capoluogo di provincia dal 2012 a subire provvedimento dopo Reggio Calabria

Comune di Foggia sciolto per infiltrazioni mafiose, decisione del CdM

Salta l’elezione del sindaco di Foggia prevista per il 3 e 4 ottobre, dopo che il Consiglio dei Ministri ha deciso di sciogliere il Comune per infiltrazioni mafiose.

 

Si parla di una preoccupante pressione criminale sul Comune di Foggia, di frequentazioni, parentele e legami affettivi dei consiglieri comunali con esponenti locali della criminalità organizzata legati alla Società Foggiana.

 

Comune Foggia sciolto per infiltrazioni mafiose: la decisione del CdM

Il Consiglio dei Ministri tenutosi ieri per approvare il nuovo decreto scuola, su proposta del Ministro dell’interno Luciana Lamorgese, ha deliberato tra le altre cose l’affidamento a una commissione straordinaria della gestione del Comune di Foggia, per infiltrazioni mafiose, per almeno 18 mesi.

 

Il Comune della città pugliese era già stato sciolto a seguito delle dimissioni del sindaco leghista Franco Landella a maggio 2021, poi finito agli arresti domiciliari con l'accusa di corruzione e tentata concussione. Coinvolta in un giro di tangenti anche la moglie Daniela Di Donna, dipendente comunale.

 

Dopo Reggio Calabria, Foggia è il secondo capoluogo di provincia a subire il pesante provvedimento dal 2012.

 

Pressioni criminali sul Comune di Foggia da parte della Società Foggiana

Il Consiglio dei Ministri ha preso questa decisione basandosi su una relazione prodotta dalla Commissione di accesso agli atti insediatasi negli uffici comunali a marzo. La relazione è stata consegnata a fine luglio al prefetto di Foggia, Carmine Esposito, che poi l’ha inviata direttamente al ministero dell’Interno.

 

Secondo i commissari, personaggi legati ai clan della Società Foggiana nel recente passato erano riusciti a condizionare le scelte e il lavoro dell’amministrazione comunale.

 

Il rapporto parla di atti intimidatori nei confronti di alcuni consiglieri comunali e di una preoccupante pressione criminale sul Comune, di frequentazioni, parentele e legami affettivi dei consiglieri comunali con esponenti locali della criminalità organizzata.

 

“Dalle indagini conseguenti ai fatti corruttivi traspare un quadro inquietante della realtà amministrativa dell’Ente, che attesta uno sviamento del munus pubblico in favore degli interessi della criminalità organizzata”, si legge nella relazione dei commissari, interessando appalti legati al sistema di videosorveglianza, all’assegnazione di case popolari e all’assenza di certificati antimafia per alcune imprese che hanno gestito servizi pubblici.

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