
Mentre si anima il dibattito sulla necessità di vaccinare anche gli under 12, il commissario straordinario all’emergenza Covid 19, il generale Figliuolo, prende carta e penna e scrive alle Regioni per chiedere la “predisposizione di corsie preferenziali per l’ammissione alle somministrazioni” dei ragazzi appartenenti alla fascia d’età 18- 12 anni, “anche senza preventiva prenotazione”. Dunque, una ‘spinta’ ulteriore quella del rappresentante del governo ad incrementare la campagna vaccinale tra i giovanissimi, per i quali oggi sono autorizzati solo Pfizer e Moderna.
Ad esser sotto la lente di ingrandimento del commissario non è solo il ritorno in classe. Perché dare maggiore impulso alle vaccinazioni tra gli under 18 avrà “risvolti positivi anche per incentivare la ripresa in sicurezza sia delle attività sportive, sia di quelle finalizzate a garantire il maggiore benessere psicofisico per i più giovani”. L’invito è a fare ogni sforzo per completare la campagna anche del “personale tecnico che opera negli impianti sportivi o presso associazioni sportive finalizzate al benessere”.
Come dicevano, però, in questi giorni si discute molto anche sull’opportunità di somministrare i vaccini ai più piccoli. Franco Locatelli, coordinatore del Comitato tecnico scientifico per gli under 12, ritiene che “sia necessario vaccinare i bambini. In Italia, da inizio pandemia, sono morti 28 pazienti di età pediatrica. E di questi 13 avevano meno di 10 anni. Vaccinandoli”, dice, “eviteremo focolai anche nelle scuole elementari e, dunque, il ricorso alla didattica a distanza”.
Locatelli, che è anche presidente del Consiglio Superiore di Sanità, annuncia che l’autorizzazione sia di Pfizer che di Moderna per gli under 12 anni “è a buon punto” ed è attesa “per novembre”.
Anche Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università degli Studi di Milano e direttore Sanitario dell’Irccs Galeazzi di Milano, è d’accordo. I bambini “vengono colpiti dal virus”, spiega, “in particolare in alcuni rari casi con la sindrome infiammatoria multi sistemica, il cui impatto è particolarmente pesante, e ancora dobbiamo quantificare il Long Covid. Quindi la malattia anche per i più piccoli non è una passeggiata”. Ma “ci sono già studi e i primi dati ci indicano la stessa efficacia dei vaccini e, soprattutto, stessi livelli di effetti avversi” rispetto agli adulti. “E’ un’opportunità” vaccinare i piccoli e significherebbe “meno assenteismo scolastico ma anche evitare il coinvolgimento nella diffusione del virus ad altre fasce della popolazione”.
Intanto, fa discutere il fatto che si registrino casi di positivi tra chi ha già ricevuto il siero per l’immunizzazione. Locatelli precisa: “oggi la maggior parte delle persone ricoverate non è vaccinata o ha ricevuto solo la prima dose. Quanto ci hanno offerto i vaccini, in termini di protezione da patologia grave, è straordinario. L’efficacia rispetto al rischio di andare in terapia intensiva o di morire è del 97 per cento”. E sulle priorità delle prossime settimane il coordinatore del Comitato tecnico Scientifico non ha dubbi: “Sono tre: completare la copertura per gli ultra cinquantenni, proteggere la fascia di età 12-18 anni in vista dell’avvio del nuovo anno scolastico, prevedere la terza dose per i soggetti immunodepressi”.