Afghanistan, Mario Draghi c’è e ha già preso le redini della situazione in Europa. Lo fa con Angela Merkel che ha dato l’incipit con un giro di telefonate ufficiali ai premier Boris Johnson, Emmanuel Macron e Draghi ma anche con Filippo Grandi dell’Unhcr e con altri leader.
Il premier Draghi parla della crisi dell’Afghanistan al Tg1, rivolgendo un messaggio di «affetto sincero» alle famiglie dei 54 caduti e dei 700 feriti italiani, ricordando a tutti che il sacrificio dei «nostri militari, i diplomatici, tutti i cooperanti » “non è stato vano”. “Per me e per tutti gli italiani, e lo dico alle loro famiglie, loro sono eroi".
Draghi, la prima cosa da fare in Afghanistan
"La prima cosa che bisogna fare, - dice Draghi - forse non la più importante, è riflettere sull'esperienza avvenuta. Ricordiamoci che la guerra in Afghanistan è la prima risposta degli Stati Uniti all'attentato alle Torri gemelle. Quindi il bilancio che noi traiamo non è un bilancio solo sulla guerra in Afghanistan, è di questi ultimi 20 anni e del ruolo che l'Occidente ha avuto in tutto il mondo arabo. Ma forse ancora più importante che guardare al passato e discutere di bilanci è tracciare il futuro".
Il rimpatrio
"L'opera di rimpatrio dei diplomatici, dei militari, dei collaboratori afghani continua. La gran parte della rappresentanza diplomatica è arrivata a Roma il 16 agosto. Sul campo ci sono ancora delle squadre militari e dei diplomatici (molto pochi) che dovranno aiutare l'evacuazione di altri nostri concittadini che sono lì e dei collaboratori afghani e delle loro famiglie quando le condizioni lo permetteranno. Voglio ringraziare tutte queste persone per il loro coraggio e la dedizione con cui svolgono il loro compito".
Il dossier Afghanistan al G20 a guida Italia
"Il futuro per l'Italia è fatto di difesa dei diritti fondamentali, di difesa dei diritti delle donne, di protezione di tutti coloro che si sono esposti in questi anni nella difesa di questi diritti in Afghanistan. Questo deve essere perseguito in tutti i contesti possibili. Certamente in questa grande opera di collaborazione mondiale entreranno Stati come la Cina, la Russia, l'Arabia Saudita, la Turchia. E tutti questi Stati sono membri del G20. Quindi il G20 offre naturalmente una sede dove poter avviare questa opera di collaborazione", ha detto il premier.
L’Europa sarà all’altezza
L'Europa sarà all'altezza del compito cui è chiamata per affrontare la crisi afgana. Il premier Mario Draghi ne è certo spiegando che di questo ne "abbiamo parlato stamattina con la Cancelliera Merkel. Abbiamo soprattutto parlato delle operazioni di evacuazione dell'Aeroporto di Kabul, ma abbiamo iniziato a tratteggiare quelle che saranno le linee fondamentali della cooperazione a livello europeo. Siamo tutti consapevoli che la cooperazione è assolutamente necessaria per affrontare due obiettivi: l'accoglienza e la sicurezza".
"L'accoglienza - spiega il premier- nei confronti di tutti coloro che ci hanno aiutato in Afghanistan in questi anni e delle loro famiglie, quelli che sono chiamati i 'collaboratori'. Ma l'accoglienza di tutti coloro che si sono esposti in questi anni per la difesa delle libertà fondamentali, dei diritti civili, dei diritti delle donne. Questo è un piano complesso, richiede una cooperazione stretta fra tutti i Paesi ma soprattutto, in primis, tra quelli europei. Il secondo aspetto riguarda la sicurezza, dove dovremo prevenire infiltrazioni terroristiche".