
Il “caso Durigon” si chiude con le dimissioni del sottosegretario leghista, travolto dalle polemiche di agosto, dopo aver proposto, il 4 agosto scorso, di intitolare ad Arnaldo Mussolini, fratello del Duce, un parco di Latina ora intitolato ai giudici Falcone e Borsellino.
La decisione è stata annunciata ieri sera dopo le 21, in seguito a un incontro con il leader del Carroccio, Matteo Salvini, che però ora va all’attacco e torna a chiedere, più o meno velatamente, un passo indietro analogo anche da parte del ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, nel mirino delle critiche leghiste da tempo.
Le dimissioni di Durigon
"Lascio il mio incarico per porre fine a una polemica che porta a calpestare i valori in cui credo". Così Claudio Durigon solo poche ore fa ha ufficializzato le dimissioni, che erano nell’aria da qualche tempo. Lo ha fatto dopo aver incontrato il leader della Lega, Matteo Salvini.
"Ho deciso di dimettermi dal mio incarico di governo che ho sempre svolto con massimo impegno, orgoglio e serietà" ha spiegato il sottosegretario leghista all'Economia, in una lunga lettera diffusa dal suo partito.
Il motivo è “uscire da una polemica che sta portando a calpestare tutti i valori in cui credo, a svilire e denigrare la mia memoria affettiva, a snaturare il ricordo di ciò che fecero i miei familiari proprio secondo quello spirito di comunità di cui oggi si avverte un rinnovato bisogno".
Durigon: “Ho commesso errori, ma non sono fascista”
"Un processo di comunicazione si valuta non in base alle intenzioni di chi comunica, ma al risultato ottenuto su chi riceve il messaggio: è chiaro che, nella mia proposta toponomastica sul parco comunale di Latina, pur in assoluta buona fede, ho commesso degli errori. Di questo mi dispiaccio e, pronto a pagarne il prezzo, soprattutto mi scuso – ha scritto l’ex Sottosegretario - Mi dispiace che mi sia stata attribuita un'identità "fascista", nella quale non mi riconosco in alcun modo. Non sono, e non sono mai stato, fascista. E, più in generale, sono e sarò sempre contro ogni dittatura e ogni ideologia totalitaria, di destra o di sinistra: sono cresciuto in una famiglia che aveva come bussola i valori cristiani" ha aggiunto Durigon.
Salvini: “Gesto di generosità”. Ora tocca a Lamorgese?
Il segretario del Carroccio, Matteo Salvini, ha parlato di «gesto di generosità e responsabilità, riflettano altri non all’altezza”. Un riferimento non esplicito, ma chiaro al ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, di cui da settimane invoca le dimissioni sia per la gestione degli sbarchi di migranti, sia per il rave party a Viterbo. Lo stesso Salvini nelle scorse ore aveva spiegato di aver chiesto un incontro a tre con il premier, Mario Draghi, e con la titolare del Viminale. “Se il ministro è capace lo faccia, se ha voglia lo faccia altrimenti lasci il posto a qualcun altro” aveva aggiunto Salvini.